Toccategli tutto, ma non il suo Napoli. Non le sue fatiche e i suoi sforzi per arrivare fin qui, alle soglie di una ancora possibile qualificazione alla Champions e di una finale «da sogno» (lo dice lui) di Coppa Italia. Walter Mazzarri si scatena alla vigilia di Napoli-Siena, respinge al mittente parole come delusione e fallimento, puntualizza e polemizza, racconta le sue verità. Tra le altre, colpisce una risposta alla domanda sul suo futuro, se per caso se la sentisse di garantire la permanenza al Napoli al 100%: «Sì, resto qui. Ho un altro anno di contratto e intendo rispettarlo. E non mi spaventerebbe neppure un ruolo di manager, anche se con i club italiani è difficile lavorare perché non c’è mai certezza sui budget. Ma a 50 anni e con la mia carriera non mi tirerei indietro».
Almeno un tormentone sembra sventato. Mazzarri si blinda al Napoli sia pure con un se…«Purtroppo il mio futuro mica dipende soltanto da me. Qui contano solo i risultati. Guardate Luis Enrique, bel progetto, buona crescita dei giovani, tanti complimenti, eppure va via dalla Roma criminalizzato. Perché – secondo voi – cosa sarebbe potuto succedermi quest’anno se invece di tre gare consecutive ne avrei perse sei?».
La possibilità per il Napoli di battere il Siena e di arrivare a 61 punti potrebbero non bastare per centrare il preliminare di Champions qualora l’Udinese perdesse a Catania e l’Inter si fermasse con la Lazio. «Ma noi prima di tutto dobbiamo battere il Siena – spiega Mazzarri – questa di stasera mica è una gara facile: nessuno regala nulla e noi dobbiamo fare di tutto per imparare dagli errori commessi col Bologna. Nulla è ancora scontato». Qualunque formazione faccia Mazzarri sa che non dipende più tutto dal Napoli, anche se non battere la squadra toscana in presenza di un eventuale harakiri udinese e laziale sarebbe da testate al muro. È un Napoli comunque in emergenza, senza Dzemaili, Cavani e Aronica. Anche Gargano è in dubbio (ha un po’ di febbre, ma è comunque tra i convocati anche se ieri non si è allenato): «È stato male in nottata, vedremo se potrà esserci». In altri casi, il Mota ha sempre recuperato. L’altra perplessità è Campagnaro: «Spero di poterlo recuperare». Fernandez sembra favorito. In attacco spazio alla coppia Pandev-Lavezzi. Già, il Pocho. «Non si è mai allenato tanto bene come questa settimana, è al top. Ieri gli ho parlato – svela – è contrariato, è un po’ giù perché è da tanto che non lo faccio giocare titolare. Ho provato a spiegargli che è normale quando si ha un infortunio come il suo non accelerare il rientro, l’ho fatto per il suo bene». Ovvio che l’argomento scivoli sul futuro dell’argentino: «Giuro, non ne so nulla. Né del suo né di quello degli altri – spiega ancora l’allenatore azzurro – Dedico poco tempo a tutto ciò che non è tattica e preparazione alle partite. Mi sono fatto rifare pure lo stanzino per ottimizzare i tempi».
Lui, il mister del ciclo vincente dell’ultimo triennio, è ben deciso a giocarsela fino all’ultimo, senza rimpianti: «Anche Platini che non è l’ultimo arrivato lo ha ammesso: la Champions porta via punti, tanti punti. Pure Mourinho il primo anno all’Inter ammise che era riuscito a vincere lo scudetto solo perché era uscito prima in Europa». Dice di non pensare direttamente all’Udinese, ma solo al Napoli. «Possiamo battere il Siena e poi vediamo quello che fanno gli altri. Il Catania in casa ha vinto contro tutti, pure contro di noi». Se non fosse Champions, sarebbe comunque Europa League, la terza qualificazione alle Coppe internazionali in tre anni: anche se a 61 punti sarebbe un -9 rispetto a un anno fa. «Non giudicateci solo per il campionato – avverte polemico – Voglio che la valutazione sulla nostra stagione sia complessiva. Che peso hanno gli ottavi di finale contro il Chelsea dopo aver passato il turno in un girone terribile? E aver centrato la finale all’Olimpico?». Ecco la gara con la Juventus quasi nel mirino: «Non ha senso pensarci adesso – sbotta – e spero che non lo faccia nessuno dei mie ragazzi. Non credo che ci sia questo rischio. Ormai abituati come siamo a preparare una partita ogni tre giorni, possiamo tranquillamente cominciare a pensare alla sfida con i bianconeri da domani. Tanto non cambia nulla».
Trova tempo, infine, per un sorriso: «Forse cambio casa, da tempo ne cerco una sul mare ma non ne ho mai trovata una che mi garba…». Il punto è che la sua abitazione rischia di ritrovarsi a meno di 500 metri in linea d’aria con la nuova discarica della zona occidentale di Napoli, quella del Castagnaro.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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