E alla fine il racconto del 2012 di Walter Mazzarri non è altro che la storia del 2012 del Napoli, del suo Napoli. Non sono mancate battaglie, eroi, tradimenti, sconfitte, orgoglio e riscatto in questi dodici mesi azzurri. Il viaggio verso e dentro se stesso sembra storia, ma più che altro è geografia. Un anno che comincia a Fuorigrotta, contro l’Inter, continua a Londra e a Bologna, passa per Roma e Pechino e si chiude di nuovo al San Paolo, contro il semi-sconosciuto Dnipro.
«Un anno da ricordare», dice il tecnico toscano nel suo saluto che affida al sito del club azzurro. Il Mazzarri-pensiero batte sui soliti concetti. Su tutto, la conferma del Napoli ai vertici del campionato. «Certe volte nel calcio possono verificarsi degli exploit estemporanei. È facile ottenere un bel piazzamento in una stagione, ma ciò che è difficile è confermarsi. Il Napoli ci è riuscito e a questa continua crescita del gioco abbiamo aggiunto anche la continuità di risultati che ci ha portato ad assestarci a certi livelli. Con otto punti in più rispetto al 2011».
Il Napoli è sempre lì, tra le grandi, tra le nobili della serie A. Ed è un Napoli che ha il suo gioco, ha il suo carattere, quel rampantismo di estrazione mazzarriana con un tratto particolare: la capacità di reagire alle avversità, quelle che nascono dagli avversari e quelle che spesso derivano da se stessi. Gli azzurri hanno conquistato 73 punti nell’anno solare, chiudendo al secondo posto dietro la Juventus, al pari del Milan, davanti a Lazio, Roma e Inter.
Il viaggio di Mazzarri nel 2012 inizia dal 25 gennaio. Un mercoledì: quarti di Coppa Italia. «Quella sera battemmo l’Inter per 2-0 e quella vittoria ci ha aperto le porte al successo finale perché abbiamo capito qual era la nostra forza. Ci siamo resi conto dopo quel match che potevamo puntare a qualcosa di importante».
La seconda tappa è un’altra notte magica: il 21 febbraio al San Paolo c’è il Chelsea di Torres, Drogba, Terry e Cech. «Siamo riusciti a battere i campioni d’Europa e siamo stati l’unica squadra in tutto il percorso della Champions ad aver segnato tre gol in una gara ai Blues. Al di là del risultato del ritorno, abbiamo dimostrato a tutta l’Europa che il Napoli è una squadra matura anche a livello internazionale. Siamo stati eliminati ma resto dell’idea che noi avremmo meritato di passare il turno».
La delusione più aspra: quel Bologna-Napoli finita 2-0. «Una partita stregata. In partite singole quando il destino si mette contro, c’è poco da fare. Quella gara me la ricordo a memoria. Nella prima mezzora potevamo segnare 3 gol ed invece ci siamo ritrovati a subire la rete del Bologna al loro primo tiro. In quel match abbiamo perso il posto in Champions».
Pochi giorni dopo e arriva la serata dell’orgoglio e del riscatto. La notte degli eroi. «Aver vinto la Coppa Italia, aver battuto la Juventus che non ha mai fallito i grandi appuntamenti, è un risultato di assoluto prestigio. È stato un premio alla qualità del nostro lavoro e ai sacrifici compiuti dalla squadra». Ed ecco arrivare alla battaglia di Pechino, in Supercoppa: «Sotto il profilo del gioco abbiamo disputato una grande partita ed avremmo sicuramente meritato un risultato importante. Purtroppo gli episodi ci hanno condannato».
Gli ultimi due sorrisi: «Con il Dnipro è stata la gara della svolta in Europa League. Se non avessimo colto la vittoria non ci saremmo qualificati. La squadra ha mostrato grande carattere nel risalire la corrente, in una rimonta emozionante e spettacolare, con una splendida prova di Cavani». Infine, l’ultimo pensiero di Mazzarri è per la vittoria di Siena. «Una prova di personalità che ha messo la parola fine a un periodo negativo».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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