Quel che resta, ormai, è l’ultimo tabù: e mentre il Bologna s’avvicina (pericolosamente), i fotogrammi raccontano quattro anni da favola, primati che s’aggrovigliano, s’accartocciano per esser lanciati in quella Champions ch’è a portata di mano. Si scrive Mazzarri e si rilegge, tutto d’un fiato, un’epoca scintillante, tra Europa League e secondi posto, primati e sogni: le favole esistono e in quel prossimo capitolo ormai pronto per essere consegnato, c’è la Napoli-story d’un uomo che ha chiesto di tacere ancora un po’ e infine di confessarsi.
LA STORIA – E’ sempre pronta per essere riscritta e ventuno vittorie inducono a sospettare che sia in corso l’aggiornamento e che Mazzarri stia per battere Mazzarri, già capace d’arrivare a questa vetta nel 2010-2011 e con tre sfide all’orizzonte che potrebbero trascinare ad alzare ulteriormente l’asticella, a conquistare un altro primato. Il primo è già stato inviato agli archivi, con tanto di certificazione: settantadue punti non li aveva ancor fatti nessuno, manco il secondo Napoli in versione WM e per battere questa squadra che ha viaggiato su livelli stratosferici c’è voluta una Juventus definita «marziana, insuperabile, capace di avere un’andatura eccezionale; ma anche noi siamo stati bravissimi e siamo intenzionati a continuare, per chiudere in bellezza» .
LA CRONACA – Racconta invece che tra le pieghe di un’annata da concludere tra le stelle della Champions c’è altro ancora a cui ambire, affinché le statistiche siano gonfie del Napoli di Mazzarri: le nove vittorie in trasferta non costituiscono un traguardo irraggiungibile, tutt’altro, e per eguagliare (o cancellare) il recentissimo passato – sempre quello, due anni orsono – restano a disposizione i match di Bologna e dell’Olimpico di Roma. L’otto volante che quando viaggia s’infiamma cerca l’en plein, perché i numeri restino negli annali. «Noi giochiamo sempre per ottenere il massimo: è vero che contro Pioli c’è andata spesso male, nei recenti precedenti, ma confido nella legge dei grandi numeri. Prima o poi dovrà pur cambiare il vento» .
I FATTI – Separati da qualsiasi opinione sostengono la nuova versione, spiccatamente a trazione anteriore, d’un Napoli che è stato capace di segnare sessantasette gol, di avere in organico il capocannoniere ed il principe degli assist, di affiancare sua Maestà la Juventus nella classifica delle squadre più munifiche (67) e di essere appena a meno due dalla Roma (69) e a più dalla Fiorentina, la più immediata inseguitrice, di aver sistemato già il Milan nella differenza reti (più trentaquattro per gli azzurri, più ventitré per i rossoneri), dato significativo nel caso in cui la stagione venga chiusa a parità di punti. «Io continuo a dire che dobbiamo pensare solo a noi stessi e dunque a fare quanto più punti possibili: per essere al riparo da qualsiasi sorpresa, ci manca ancora una vittoria» . Il mach point è a portata di mano e comunque (a prescindere dal Bologna, da Pioli e dai precedenti così poco rassicuranti) ne restano tre a disposizione.
CHE CORSA – Un anno fa, alla trentacinquesima: cinquantacinque punti in classifica. In dodici mesi, diciassette punti in più e la (quasi) certezza di potersi accomodare fianco a fianco al Bayern Monaco e al Real Madrid, al Borussia Dortmund e al Barcellona. L’unica che è stata capace di migliorarsi in maniera più netta è stata la Fiorentina (più venti). Il San Paolo è a Fuorigrotta ma casa-Napoli è una Piedigrotta: quarantadue gol realizzati in diciotto partite, con una media largamente superiore alle due reti a partita.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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