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Mazzarri: “Napoli, risolvo tutto io”

Il mister partenopeo: "Le squalifiche e i punti di penalizzazione hanno condizionato lo spogliatoio"

Lucido come mai. Duro, sincero ma anche cauto: Walter Mazzarri sa perfettamente quanto difficile sia il momento del suo Napoli, probabilmente molto più di quanto non dicano le quattro sconfitte consecutive tra Europa League (Psv), campionato (Inter e Bologna) e Coppa Italia (ancora Bologna). Un poker di schiaffi che non ammette bluff: «Non cerco alibi né scuse: dobbiamo ripartire. E spetta a me trovare il modo».

IL MEA CULPA – E allora, la lunga disamina. «Non chiuderò occhio: sono in cerca della giusta diagnosi». Sì, lo specialista Mazzarri, psicologo e motivatore applicato al calcio, è atteso ora da un compito molto arduo. «Ho una certa esperienza: anche nella stagione precedente c’è stato un momento in cui abbiamo perso quattro volte di fila e poi siamo venuti fuori bene». Anticipa di essere consapevole che la sua notte sarà in bianco, «non dormirò per rivedere la partita e pensare», e poi annuncia che oggi parlerà alla squadra. «Ho già detto qualcosa ai ragazzi negli spogliatoi, ma a mente fresca bisognerà fare un mea culpa collettivo. Dispiace. Ci dispiace molto di essere usciti così. Anche perché eravamo i detentori del trofeo». 

ANALISI GLOBALE – Faccia a faccia previsto per oggi, insomma. Nulla di cinematografico, per carità, ma un confronto per capire che fine abbia fatto il Napoli spumeggiante e brillante. Per analizzare e individuare le cinque W inglesi: chi, come, cosa, quando e perché. In un concetto, per individuare le cause dei problemi e del malessere della squadra. «Bisognerà farsi tutti un esame di coscienza, senza tralasciare alcun aspetto: da quelli tecnici, alla vita privata, passando per la condizione fisica. Dirò anche al preparatore atletico di valutare con ogni giocatore le rispettive situazioni, in modo da capire se e dove è necessario intervenire». 

LA CHIAVE – Il compito più arduo, però, spetta a lui: trovare la chiave giusta. Anzi, l’interruttore per rimettere in funzione la squadra. «Devo misurare le parole, in questo momento, perché qualsiasi cosa dica potrebbe sembrare un alibi. Ma non è così: siamo consapevoli di non aver giocato una bella partita e di aver concesso molte occasioni al Bologna, soprattutto in difesa. Tra l’altro, quando tutto gira male, come sempre accade, poi va anche peggio: il palo di Pandev e il colpo di testa di Campagnaro nel finale sono un esempio. E poi, credo che i due punti di penalizzazione e le squalifiche di Paolo e Gianluca, due anime dello spogliatoio, abbiano condizionato il morale. C’è tutto un insieme di cause che concorrono a determinare il momento: bisogna stare zitti, buoni e cercare di ripartire subito. Sin da Siena». Il precedente esiste: «Ricordate? Dopo la serie di sconfitte della scorsa stagione, poi ne vincemmo cinque di fila. Ecco, dovremo essere bravi a trovare la partita giusta e soprattutto affrontarla nel modo giusto». Come un giro di boa.
GRUPPO UNITO – C’è una cosa, però, che non preoccupa Mazzarri. Ed è la base migliore per riprendere il cammino: «Il gruppo è unito, molto unito”. Unità, concetto sottolineato con grande intensità: «Alla gente di Napoli, ai nostri tifosi, chiedo di restare vicino alla squadra. Bisogna essere un corpo unico e far passare insieme il momento». Al resto dovranno pensare lui, il tecnico; la fortuna, imprescindibile e un po’ avida con gli azzurri, in questo periodo; e magari anche gli accorgimenti del mercato di gennaio, soprattutto dopo la squalifica di Cannavaro. Fernandez non convince ancora: «Ha avuto una giornata particolare, ma non soltanto lui: anche Britos, che di recente aveva giocato buone partite, ha sofferto»
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.


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