«E’ un bicchiere mezzo pieno»: ma in quell’amaro calice che il Chievo costringe a bere, c’è il veleno della terza sconfitta dell’ultimo mese. La paura fa novanta minuti di “complicata” interpretazione, il senso vago della concretezza e dell’organizzazione e quello palpabile del disorientamento collettivo: il Napoli non c’è (da un mese, ormai) e quel che resta del sogno scudetto – alimentato sino a ieri pomeriggio – è l’incubo d’un terrificante risveglio, con la Champions diretta nel frullatore delle ultime dieci giornate di campionato e un filo d’ottimismo che Mazzarri induce a sorseggiare dalla sua brocca.
La chiameremo crisi, Mazzarri.
«Parola che non voglio sentire e non pronuncio. E’ vero che non vengono i risultati, ma è anche vero che siamo puniti dagli episodi. Complimenti al Chievo che ha vinto ed è stato bravo nel segnare, noi abbiamo sciupato le occasioni. Ma le abbiamo sprecate».
Ridurre l’analisi a circostanze “pallide” sembra riduttivo.
«Nel secondo tempo abbiamo chiuso gli avversari nella loro area. Le abbiamo provate tutte, abbiamo corso e attaccato. Forse nel primo tempo abbiamo perso troppi duelli individuali, ma io non avverto preoccupazioni. Ho visto la delusione negli occhi dei ragazzi. Spero che il vento cambi, ma la fortuna non ci sta assistendo».
Il secondo posto non è più una certezza.
«Io con la società, ad inizio anno, abbiamo parlato d’altro: ho sempre pensato a un ruolo rilevante, ma tra i primi cinque in classifica. Ora abbiamo sei punti in più rispetto alla passata stagione, siamo sempre in zona Champions diretta: non vorrei che in questo momento dominasse il disfattismo».
Dal 7 febbraio ad oggi, per dirla alla Mazzarri, la media s’è incrinata.
«Le sconfitte e le eliminazioni in Europa League appartengono ad un capitolo a parte. Siamo stati chiari anche su questo aspetto: non volevamo rimetterci in campionato e l’abbiamo affrontata in una certa maniera. Ora dobbiamo semplicemente sbloccarci, ritrovare i gol di Cavani che non ha fortuna. E poi cogliere i dettagli positivi: a me il Napoli della ripresa, soprattutto quello, non è dispiaciuto».
Trovi un neo, alla luce dei risultati.
«Stavolta abbiamo pagato la necessità di dover cambiare due difensori su tre. E poi la partenza del Chievo è stata apprezzabile. Sono stati capaci di prendere tutte le mezze palle, agonisticamente hanno avuto la meglio in alcune zone del campo. Il napoli attuale fa semplicemente fatica a segnare: penso ai tiri di Cavani, al colpo di testa di Maggio, al tentativo di Hamsik. E poi ci fanno gol al primo tiro: evidentemente questo stadio non ci porta benissimo. E per fortuna non bisogna tornarci. Ora penso all’Atalanta, ma non parlatemi di crisi».
E’ fermamente convinto di ciò che dice, dunque?
«Se ci fermiamo alla superficie, alla sconfitta, allora è inutile replicare. Ma la reazione c’è stata, li abbiamo costretti a difendersi quasi a pieno organico».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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