Meglio andare subito al numero clou: il pubblico è già lì che canta e applaude (all’aeroporto). Inutile girarci intorno, lo sanno tutti, ma proprio tutti, e Walter Mazzarri è in testa alla fila degli spettatori del Napoli-show: « Le partite con Juve e Lazio, per noi, sono come due finali ». Fondamentali per la corsa al terzo posto. Sapore di Champions, chiavi d’Europa. Tutto in due partite e sette giorni: oggi a Torino, sabato a Roma. E poi? « E poi ci aggiorniamo ». Molto manager.
LE FINALI – E allora, niente pretattica. Bando ai giri di parole e ai valzer di concetti. Niente piroette e acrobazie. Si parla di Juve-Napoli nel modo che merita e poi si replica sfiorando il testa a testa con Reja. Non avrebbe senso chiudersi a riccio, ma un pizzico di cautela non guasta: « Tutti sanno che non amo fare calcoli, che non mi soffermo a pensare al valore di un pareggio: noi puntiamo sempre al massimo ». Sì, giusto. E’ un leit-motiv. « Allo stesso tempo, però, è vero che dopo le due trasferte con Juve e Lazio avremo un calendario meno complicato, in cui tutto potrebbe dipendere da noi. Ma bisogna fare attenzione, perché con i tre punti tutto è possibile. Ora pensiamo a queste due finali ».
MENTE LIBERA – Mazzarri è carico. E Napoli non è da meno: almeno una cinquantina i tifosi che hanno atteso e cantato per gli azzurri all’aeroporto di Capodichino prima del decollo verso Torino. Quando il gioco si fa duro, nessuno si tira indietro. Soprattutto se davanti c’è l’unica squadra imbattuta del campionato: « La Juve è forte. Molto forte. E la loro consapevolezza è cresciuta proprio dopo il pareggio al San Paolo. Pensare a certe cose, però, sarebbe un errore: concentriamoci soltanto sul nostro gioco e poi tireremo le somme. Quando riusciamo a fare tutto per il meglio, siamo in grado di mettere in difficoltà chiunque. Daremo il massimo anche in questa occasione ». Vietato anche pensare a un solo uomo. Tipo Pirlo: « Lui va limitato, certo, ma dovremo garantire una buona fase difensiva in generale ». Soprattutto sulle palle inattive: « Ci ho ragionato con Frustalupi e i ragazzi: ma a volte insistere troppo su un aspetto innesca meccanismi controversi ».
STOP RIMONTE – Mazzarri, piuttosto, affronta il problema delle rimonte subite. Tipo con la Juve stessa o il Catania: « E’ un dato su cui riflettere: l’anno scorso non ci era quasi mai accaduto, bisogna evitarle. È assurdo pensare che una partita sia chiusa a quindici minuti dalla fine ». Rimonte fa rima con rimpianti: gli azzurri sono arbitri del proprio destino e anche un po’ dello scudetto. Una corsa tricolore che avrebbe potuto coinvolgerli: « Ai miei ho sempre inculcato il concetto di puntare al top e mi dà fastidio aver perso un po’ di punti, ma è pur vero che era impensabile chiedere di più a questi ragazzi ».
UOMINI E GLORIA – A proposito di calciatori: saranno gli undici alfieri, o titolarissimi che dir si voglia, a provare a complicare la vita alla Juve come al San Paolo. « Ogni partita fa storia a sé, cancelliamo la prima. Per quel che riguarda la squadra, ricordo che a Bologna, con Ulivieri, c’era un giocatore che quando entrava a gara in corso era spesso incisivo ». Tradotto, Pandev parte dalla panchina. L’Emilia, intanto, richiama gli inizi della carriera. Che oggi brinderà alla gloria della panchina numero 400 in Italia tra i professionisti. « E’ un bel traguardo, soprattutto perché sono partito da zero e sono arrivato alla Champions. Quando l’ho saputo mi sono emozionato ».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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