Meno cinque: però non c’è freddo, anzi un tiepido calore espresso dalla comprensione. Meno cinque: Madame è di nuovo a due partite di distanza, ma ne restano diciassette e Firenze e la Fiorentina sono archiviate, con un pari che addirittura scalda, che allunga la striscia positiva a quattro gare, che induce ancora a sbirciare in alto: perché il gioco continua…
Il bicchiere di Mazzarri com’è?
«Mezzo pieno, perché abbiamo ottenuto un pareggio sul campo di una squadra che in casa sua ha fermato anche la Juventus. E poi erano arrabbiati, determinati, venivano da tre sconfitte».
E in quel bicchiere mezzo vuoto cosa c’è: aria?
«Un pizzico di delusione, perché il loro gol ce lo siamo fatti da soli ed in maniera balorda. E’ stato un incidente e chi fa calcio sa che queste cose succedono. Volendomi concedere una battuta, potrei dire che la Fiorentina ha segnato senza aver mai tirato in porta, nel primo tempo».
Non un gran spettacolo, stavolta.
«Invece a me la gara è piaciuta, perche tutte e due abbiamo cercato di vincerla. Poi a volte ci si diverte di più, la manovra riesce ad essere più ariosa e le occasioni si sprecano. Ma nel complesso c’è stato equilibrio».
Il merito del suo Napoli?
«Aver inaridito le fonti di gioco della Fiorentina, alla quale è stata sempre riconosciuta una notevole capacità di palleggio. Con noi hanno avuto difficoltà, abbiamo concesso nulla, la fase passiva direi che è stata quasi perfetta».
Il demerito?
«Volevamo chiuderla nella ripresa, quando abbiamo cambiato atteggiamento. E invece è venuta meno la scintilla. Ci eravamo messi a quattro, ho infilato Insigne per dare maggiore consistenza al peso offensivo: i primi cinque minuti sono stati in linea con il progetto, poi ci siamo sgonfiati».
L’impressione è che «allargando» il Napoli, dandogli «ampiezza», la forza offensiva aumenti: e per far ciò, non è necessario giocare con tre punte più Hamsik.
«Volevamo provare questo sistema, che altre volte ci ha permesso di riprendere le partite in corsa, e poi tenevo pronto Cannavaro per risistemarci in difesa a tre. Ma ho capito dopo un po’ che non riuscivamo a fare quello che volevamo: le domeniche non sono tutte uguali, ci sono avversari che incidono e umori che mutano. Ma a me il punto va bene».
Finita una trasferta, ne comincia un’altra.
«E su un campo altrettanto difficile, contro questo Parma che sta dimostrando di avere contenuti. Io spero di fare ancora meglio, di riprenderci quel qualcosa che probabilmente abbiamo lasciato. Però ricordo che rispetto alla passata stagione abbiamo sempre tredici punti in più e che comunque non mi accontento di questo dato statistico. Intendiamo migliorare, tutti. E il campionato è ancora lungo».
Mercato chiuso?
«Se dovesse esserci qualche occasione per uno scambio, saremmo vigili. Ma noi numericamente stiamo bene, abbiamo uomini in abbondanza in ogni settore. Bisogna solo crescere, maturare, sfruttare certe circostanze. L’ultima mezz’ora, ad esempio, potevamo fare di più, perché le nostre occasioni clamorose le abbiamo create».
Infatti, la Fiorentina sembrava umanamente «cotta».
«Erano stanchi, avevano giocato anche in coppa Italia, e poi aveva pressato tanto nella fase iniziale. Hanno respirato un po’ ma hanno ripreso bene, invece».
Su Cavani si è detto tutto.
«Che continui così…».
La Fiorentina le piace .
«Mi piace il modo in cui Montella interpreta il calcio e la sua squadra mi ricorda in qualche modo la mia Sampdoria, quella nella quale c’era anche Vincenzino, che sfiorò la Champions. E i viola mi sembrano addirittura più forti. Ma non chiedetemi se Montella stia sfruttando qualche mio insegnamento, questo solo lui può dirvelo».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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