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Mazzarri: “Napoli, grazie il ciclo è finito”

Il tecnico è fiero dei 4 anni nel Napoli e tiferà sempre per i colori azzurri

Addio: perché in quell’atmosfera cupa, un po’ mesta, certo assai malinconica, l’epilogo era scritto e si poteva leggere in quei silenzi di circostanza, il desiderio «feroce» di blindare una verità invece annunciata. «Il mio ciclo è concluso». Addio: perché in quel clima gioioso, con la qualificazione in Champions ormai afferrata, non restavano ostacoli per spifferare all’universo intero – a Napoli innanzitutto – le ragioni di una scelta ed era ormai inevitabilmente decodificato quel no secco, definitivo, e un congedo rappresentato da quella meditazione di comodo usata a mo’ di bunker. «Sono stato qui quattro anni, ho cercato di portare il Napoli il più in alto possibile e sono fiero di ciò che ho fatto con questi ragazzi fantastici, con i quali mi sono commosso. Li ho salutati nello spogliatoio, nessuno sapeva nulla, ho comunicato la mia decisione e davanti a De Laurentiis e Bigon è stato un momento toccante» . Addio: perché i pensieri sparsi di Walter Mazzarri appartenevano ormai all’opinione pubblica e non c’erano libere interpretazioni ma la traduzione letterale di riflessioni divenute superflue e però sfruttate per esser «vivi» sino all’ultimo secondo dell’utlima giornata del suo ultimo Napoli. «Se lo avessi detto dopo la vittoria di Bologna, comunque ci sarebbe stato un contraccolpo. Ringrazio De Laurentiis e Bigon, perché hanno provato sino ad oggi a farmi cambiare idea. Ma credo sia la soluzione più giusta e ora vedremo quello che accadrà: potrei restare fermo, potrei andare altrove, ma credo fosse giusto cambiare aria. Resterò tifoso del Napoli a cui auguro di vincere lo scudetto». 

RAFA – Il calcio del Terzo Millennio ha regole di comunicazione un po’ naif: ma quando cala il sipario sul «teatrino» dell’ultimo mese (mese?), l’epicentro mediatico è rappresentato da quel cinguettio che rappresenta la modernità ed al quale Aurelio De Laurentiis concede lo scoop prossimo venturo: «Il nome del futuro allenatore del Napoli lo conoscerete attraverso twitter. Ringrazio Mazzarri per quello che ha fatto». Quattro anni e un saluto tecnologicamente avanzato, però anche (apparentemente) gelido: a volte basta poco per congedarsi e forse anche meno per mostrarsi nudo, con le proprie perplessità, con quell’amarezza per aver dovuto attendere domenica 19 maggio. Ma domani è già un altro giorno e il fumo di Londra che già si scorge in lontananza non riesce ad occultare la sagoma imponente di Rafa Benitez, il suo incedere, il suo curriculum: quella panca vuota è più sua che di altri, di Guidolin o di Villas Boas, di Di Matteo o di Allegri. 
GIRO DI WALTER – Bye bye o anche adios, direbbe Rafa: e mentre Mazzarri lascia che scivolino i titoli di coda, il futuro che avanza è consegnato all’idea di progetto che procede da un decennio, a quella filosofia manageriale che non ha mai concesso lo sperpero e non s’è mai negato nulla. «Vado via perché ho bisogno di ulteriore carica, perché dopo un periodo così lungo i calciatori avrebbero potuto non seguirmi ed io non volevo correre questo pericolo. Lo dice pure Capello, che è un mostro sacro: fisiologicamente, ad un certo punto, bisogna lasciare. Qui c’è una società sana, una filosofia vincente: non ci sono state divergenze tra me e De Laurentiis, anzi ha tentato di farmi restare. E’ vero che ci sono stati confronti forti ma è così che deve essere. Io farò il tifo per il Napoli e qui, procedendo in questo modo, qualcosa di importante potrà succedere». L’Inter (principalmente) o l’Anhzi, la Roma o chi sa chi: perché in quel lago di lacrime che riempie lo spogliatoio, cancella (per un po’) qualsiasi traccia, tranne il quadriennio. 
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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