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Mazzarri: “Napoli, così mi piaci”

Il tecnico azzurro: "I soldi per me sono l'ultima cosa"

Una vittoria bella e impossibile: il Napoli va due volte in vantaggio, sciupa un rigore, si ritrova sotto a dieci minuti dal termine, pareggia con Dzemaili autore di una tripletta e trionfa con Cavani strappato alla panchina. Una vittoria preziosa, che custodisce il secondo posto insidiato dal Milan e, balzando dalla praticità al sogno, tiene viva la fiammella scudetto.

LOGICA «Sono contento quando si gioca bene – esordisce Walter Mazzarri -: questa è la cosa più importante». Viva la semplicità, ma la domanda spinosa è inevitabile: giusto tenere fuori inizialmente un Cavani così? «Conosco i giocatori, ci parlo: avevo visto Insigne e Pandev in forma, erano stati con me e ne avevo seguito il lavoro, avevamo preparato un piano tattico che credo abbia messo in difficoltà il Torino fra le linee. A Cavani, dopo il defaticante svolto in mattinata, ho detto che l’avrei utilizzato per mezz’ora, comunque sarebbe andata la gara perché lo volevo fresco. Con il giro del mondo che aveva fatto, se l’avessi schierato dall’inizio, nel secondo tempo sarebbe calato e avrei dovuto sostituirlo. Ho preferito fare quest’altra scelta perché gli altri ragazzi mi sembrava stessero bene, come poi hanno dimostrato disputando una grande gara. Anche Insigne ha speso tanto, tutti sono stati bravissimi. Come l’ha presa Cavani? Vorrebbe giocare sempre, però gli ho spiegato cosa avevo intenzione di fare: c’era una logica, l’ha capita e accettata, ha risposto come mi aspettavo rispondesse».  Cioè splendidamente: la punizione al veleno che fissa il 4-3 e l’incornata che fa cinque dopo essersi liberato da campione. Sul piazzato, incide il blocco dell’uomo in barriera: «Siamo stati furbi – sorride il tecnico -: facciamo tante ingenuità e ogni tanto una furbata ci può stare. Comunque, probabilmente, la palla sarebbe passata lo stesso». 

«ABBIAMO 11 PUNTI IN PIU’» – In questa notte felice, di ingenuità non ne restano impigliate, però Mazzarri è un perfezionista e non si nasconde: «Si è fatta una grande partita anche se errori difensivi evitabili e sciocchi potevano costarci dei punti. A volte ci facciamo del male da soli. Credo che se una squadra più matura esprime il gioco che abbiamo espresso nel primo tempo, finisce due a zero e non prendi gol. Invece, ogni tanto, ci mettiamo del nostro per complicarci la vita». Lo dice, ovviamente, premettendo che la squadra è cresciuta, snocciolando un dato asciutto ed estremamente significativo: «Abbiamo undici punti più dell’anno scorso». Valgono il secondo posto, non bastano per lo scudetto che rimane possibile più per matematica che per logica: «Noi ne abbiamo undici in più, la Juve sei: davanti abbiamo solo loro che fanno un campionato a parte, non avessero realizzato qualcosa di straordinario saremmo lì». Il successo di Milano è l’ultimo trionfo di Antonio Conte, rientrato in tempo per accomodarsi in tribuna: «Era allo stadio? Ha visto una bella partita…». 

«il mio contratto…» – Giusto analizzare il successo azzurro, soffermarsi sulle prodezze di Dzemaili e Cavani, inevitabile però virare sul futuro di Mazzarri, su un rinnovo che tiene i tifosi con il fiato sospeso: «Aspettiamo la fine per parlare di tutto, adesso godiamoci questo momento: stiamo giocando bene, abbiamo ripreso la condizione, siamo un gruppo unitissimo, c’è una grande intesa tra me e il presidente». Hanno parlato, ma è del tutto inutile cercare di strappare qualcosa del colloquio: «Le nostre cose non le andiamo a dire. Non ho mai detto nulla di mercato, figuratevi se lo faccio ora. I soldi? In questo momento, per me, sono l’ultima cosa». Più importante il progetto. Il Napoli avrebbe bisogno giocatori che garantiscano il definitivo salto di qualità : «E’ una ricetta abbastanza semplice, non fa una grinza, però non è il momento perché mancano otto partite e il mercato è chiuso: bisogna finire e a giochi fatti si parlerà».  Chiusura sullo scudetto, prendendo spunto da una frase di Dzemaili che invita a guardarsi le spalle considerando la Juve irraggiungibile: «Non ha tutti i torti, ma noi continuiamo a pensare di partita in partita». 

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

 

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