NAPOLI. Dopo l’euforia della festa, la programmazione per il futuro. Il Napoli in Champions League va organizzato con la massima attenzione, ma soprattutto con rinforzi adeguati a reggere il ritmo di una stagione che sarà ancora più asfissiante di quella attuale: oltre alla vetrina continentale più luminosa, anche un campionato con tutte le avversarie col fucile puntato sul Napoli. Il primo passaggio, ineludibile e indifferibile, è quello della decisione sul tecnico. Che fa Mazzarri, resta o va via? La domanda sta appassionando la tifoseria e preoccupando il patron. Sì, ora De Laurentiis teme di perdere Mazzarri. Ma le indiscrezioni raccontano che dipenderà solo da lui, dal programma di potenziamento che il patron ha studiato per il Napoli 2011-2012. La riapertura di Aurelio De Laurentiis nei confronti di Walter Mazzarri è stata palese, anche se accompagnata ancora da una posizione ferma nei confronti dell’allenatore che ha riportato il Napoli in Champions dopo un’assenza di 21 anni. «Se pensi di andartene ad un’altra squadra, ti tengo fermo per tutti e due anni», è stato il messaggio lanciato da De Laurentiis negli ultimi giorni all’indirizzo di Mazzarri. Ma, se il proposito del tecnico livornese è realmente quello esposto ai suoi amici di recente, allora De Laurentiis non ha nulla da temere: Mazzarri non ha intenzione di lasciare a panchina azzurra per trasferirsi alla Juventus. Ad un patto, che gli investimenti siano adeguati alle nuove esigenze tecniche e non più corrispondenti al progetto iniziale sancito da De Laurentiis. Cioè, l’approdo in Champions al quarto anno del secondo quinquennio. «Non mi chiedete nulla. Devo parlare prima con De Laurentiis e poi saprete tutta la verità», Mazzarri non si è spostato dalla logica che lo caratterizza da almeno un mese, nemmeno ieri a Chieti, dove ha ricevuto l’ambito premio alla lealtà sportiva “Peppino Prisco”. L’atteso faccia a faccia avrebbe dovuto esserci oggi a Roma, ma il tecnico ha chiesto al presidente di farlo slittare di un giorno: è previsto domani a Napoli. Il motivo è nelle cose: Mazzarri aveva deciso di chiudere con il Napoli, poiché non condivideva la strategia di mercato di De Laurentiis. Quella improntata sempre sul progetto-giovane, senza gravare le casse del club con ingaggi superiori a quelli attualmente percepiti dai top player in organico. Ma le ultime dichiarazioni di De Laurentiis sembrerebbero di ben altra natura, con il potenziamento della squadra secondo i criteri ipotizzati dall’allenatore. Cioè, quattro elementi di esperienza. Tra domani e giovedì si terrà il vertice, per verificare se le parole rese da De Laurentiis in pubblico, se la variazione di strategia rispetto a quella di un mese e mezzo fa, verranno confermate nel chiuso di una stanza. Probabilmente la certezza della Champions ha ingolosito il patron e Mazzarri andrà a tastargli il polso. Mazzarri gli dirà che vuole restare, solo se potrà guidare una squadra forte, senza che la società debba svenarsi. Vuole competere su più fronti, ma anche difendersi sul campo da una certa critica acerrima, sol perché il tecnico non accetta compromessi. Intanto ieri Mazzarri si è concesso un pomeriggio abruzzese, partecipando alla manifestazione, giunta alla nona edizione e svoltasi al Teatro Marruccino. la vera star è stato lui, con tanto di boato quando è stato invitato a salite sul palco. Tra i premiati anche il bomber dell’Udinese e del campionato, Antonio Di Natale (col quale Mazzarri si è intrattenuto a parlare un po’), il presidente del Cesena, Igor Campedelli e il giornalista Roberto Beccantini. Estrosa e ispirata all’originalità la motivazione per il tecnico azzurro, letta da Italo Cucci, uno dei membri della giuria presieduta da Sergio Zavoli: «Walter Mazzarri è diventato professore dalla panchina, esordendo a Bologna come secondo di Ulivieri, spiegando il calcio ai ragazzi anche con scritti e parole: forse perché non è portoghese ma semplicemente maremmano… Tecnico amatissimo dai napoletani, soprattutto esperto nell’inventare ruoli inediti per giocatori che gli consegnano discreti e che lui trasforma in campioni. Descamisado “quattro stagioni” ha attitudini vulcaniche, ovviamente vesuviane. Ha inventato le partite di 95 minuti».
Fonte: Il Roma
La Redazione
S.D.
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