Paradosso: sembrate più equilibrati senza Lavezzi.
«Lavezzi ci ha dato tanto ed è andato via da top player. Un po’ credo di averlo aiutato anche io ad arrivare a certi livelli. Noi abbiamo delle logiche: Pandev è arrivato ad agosto del 2011, era l’alternativa del pocho, siamo stati bravi a riportare Goran alla luce, a tenerlo poi qui con noi. Ma su certi processi simo soliti ponderare, non sprechiamo e tentiamo di avvicinarci ad uno status elitario attraverso il nostro modo di far calcio. Qui c’è continuità: sono andati via due uomini già affernati come Gargano e Lavezzi, sono arrivati un centrocampista di qualita, Behrami, e una promessa che arriva dalla B, Insigne. Il mosaico si completa attraverso le intuizioni».
Lavorate in proiezione…
«Ma non è facile, anche perché poi per deragliare basta poco. Ora tutta l’attenzione è su Insigne, ma per prendere una capata (testuale….), bastano un paio di partite sbagliate. E allora, io provo a proteggere i ragazzi: quando arrivai, Lavezzi e Hamsik avevano fatto addirittura un punto in meno della mia Reggina; e il Cavani di Palermo era diverso. A me piace parlare di calcio in questi termini, ma so che un titolo sbagliato su un giornale….».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
S.D.
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