Cin cin: e in quel brindisi per i 51 anni, c’è l’essenza d’una svolta (umana, professionale) ribadita in un’ora e mezza di sofferenza «atipica» e di maturità ormai acquisita. Cin cin: e in quel calice da bere tutto d’un sorso, sedici punti e primo posto in classifica, c’è la saggezza di chi ha compiuto un percorso (umano, professionale) formativo, utilizzato stavolta per osservare il mondo con prudenza e un pizzico di galanteria. Cin cin, pensando ad una «Vecchia Signora» , osservandola con ammirazione e, forse, un pizzico di «maliziosa» cautela.
Mazzarri, è un’altra storia adesso.
«Nella passata stagione, gare come queste le avremmo probabilmente perse. Ho avuto la conferma che il Napoli è cresciuto, è diventato squadra non solo per le cose che fa ma per come le fa».
Il primo posto inebria.
«Io non guardo la classifica, però prendo atto che siamo stati bravi a vincere su un campo difficile e contro un’avversaria alla quale vanno fatti i complimenti. Eravamo meno brillanti del solito, ma siamo riusciti a vincere, a sfruttare il loro calo. Lo avevo detto ai ragazzi nell’intervallo, non possono pressarci sempre così».
In mattinata, aveva detto anche altro.
«Avevo spiegato che li voglio come la Juventus, con la stessa loro fame di vittoria, con la loro ferocia. Ho preso spunto dai bianconeri, nel discorso di preparazione alla gara. In passato non davamo continuità al nostro rendimento, stavolta siamo cambiati dentro. E questo di Genova è un segnale confortante, sostiene la teoria sulla nostra evoluzione».
Quella parola è impossibile pronunciarla?
«Ma io devo già riflettere sul Psv e poi sull’Udinese. I conti si fanno alla fine, ma è chiaro che siamo contenti: Ferrara è stato bravo, ha organizzato una Samp con i fiocchi; e bravo chi ha attrezzato questa formazione. Non era facile, soprattutto alla luce del primo tempo. Ma il Napoli ha colto l’occasione giusta, quando ha avuto la possibilità ha colpito e poi ha saputo congelare il risultato».
La fase difensiva è lievitata.
«E non subiamo neppure su palle-inattive. Abbiamo rischiato forse qualcosina in avvio, ci siamo anche sistemati a quattro; poi abbiamo preso le contromisure. E’ l’intero comportamento che dà soddisfazioni. Questi sono i messaggi che una grande squadra sa lanciare al campionato».
Marassi doriano è il regno di Boskov: rigore è quando arbitro dà…
«A me il fallo è sembrato sulla linea, che fa parte dell’area. Inutile dilungarci».
Il rosso suo nasce da…?
«Secondo me da un equivoco tra arbitro e quarto uomo. Forse la mia unica colpa è stata quella di aver gesticolato. E comunque meglio che ad uscire sia stato io che un giocatore, mettiamola così».
Tra tre giorni sarete di nuovo in campo.
«E farò il turn-over, perché certi ritmi diventa impossibile sostenerli. Abbiamo la copertura dei doppi ruoli, posso dare spazio a Mesto che ho un po’ trascurato, ma anche ad altri. La rotazione è indispensabile e la nostra stagione l’abbiamo preparata proprio per favorirla. ma ora almeno godiamoci questa vittoria, però senza lasciarsi troppo andare. Non c’è niente da festeggiare, neppure i 51 anni…A questa età non si usa più».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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