Non poteva andare diversamente: De Laurentiis è imprenditoreconcreto e lungimirante; Mazzarri, invece, tecnico capace di apprezzare e riconoscere la generosità di un presidente. Se hanno deciso di continuare insieme è perchè entrambi hanno ammesso la bontà di un rapporto che va avanti ormai da quattro anni. Un rapporto sfociato nella conquista della Coppa Italia, primo trofeo dell’era De Laurentiis; un connubio che poggia su basi solide, formate da numeri indiscutibili; un tandem che all’esterno può dare anche l’impressione che scricchioli funziona ma alla fine si trova a pedalare nella stessa direzione. Durante la gestione dell’allenatore di San Vincenzo, il Napoli ha scalato posizioni su posizioni; mantenuto una costanza di risultati proiettandolo tra le prime venticinque squadre del mondo; acquistato credibilità in ambito europeo fino a spingere un calciatore del calibro di Benzema ad affermare che un giorno gli piacerebbe giocare nel Napoli. Se il club nato dalle ceneri di un fallimento si è posizionato nei piani nobili del calcio italiano lo si deve al lavoro incessante dei due: di De Laurentiis dietro le quinte; di Mazzarri, sul campo.
RECORD – Per Walter Mazzarri, scelto dal presidente in una notte infausta del lontano ottobre 2009, si tratta già di record personale: mai era rimasto su una panchina di A per più di tre campionati. A Napoli, invece, sì. Perchè a Napoli ha incrociato un presidente che riesce ad apprezzare gli sforzi che compie giorno dopo giorno nel tenere legato un gruppo di ventidue calciatori, la vitalità negli allenamenti, la grinta in panchina. E fattore non trascurabile: il feeling che Mazzarri è riuscito a stabilire con il pubblico partenopeo, un pubblico quanto mai esigente e pretenzioso. E così, come per Neri Parenti, o altri registi validi; o come per Christian De Sica ed altri attori in gamba, De Laurentiis ha fatto di tutto per convincere l’allenatore a restare. Ed il tecnico, ben sapendo la generosità del patron, non ha esitato a restare su quella panchina che gli ha regalato le soddisfazioni più belle della sua carriera. Dal recente cammino in Champions, alla vittoria del trofeo tricolore; dall’ottimizzazione dell’organico alla valorizzazione di un calciatore invidiato da mezza Europa, Edinson Cavani. Tre anni era rimasto a Reggio Calabria guadagnadosi la cittadinaza onoraria per aver ottenuto una salvezza insperata; a Napoli, invece, vi resterà di più perchè qui ci sono le potenzialità per fare ancora meglio. Ma tanti record Mazzarri ha demolito alla guida degli azzurri: dalle vittorie in trasferte in un solo campionato, a quelle consecutive; dal ritorno nelle coppe europee, alla vittoria della Coppa Italia. Ma la sete di trionfi evidentemente non è terminata. Al tecnico di San Vincenzo è bastato accomodarsi nel salone delle riunioni della Filmauro, parlare a quattr’occhi con il presidente per ritrovare nuovi stimoli e nuova voglia di ricominciare. L’anno scorso strappò più di una promessa per restare alla guida del Napoli;sicuramente stavolta avrà ricevuto le garanzie che si aspettava.
I NUMERI – In fondo parlano i numeri a favore di Mazzarri. E quelli non mentono mai. Su centosette partite di campionato, ben cinquanta le vittorie ottenute. Solo ventiquattro, le sconfitte. Sesto posto al primo anno dopo aver rilevato la squadra ad ottobre ed essere subentrato a Donadoni alla settima giornata quando il Napoli era in caduta libera; terzo posto e qualificazione in Champions al secondo; quinto posto quest’anno al termine di una stagione che ha visto gli azzurri impegnati su tre fronti. E quanti consensi in Champions: il Napoli ha battuto i campioni della Premier, i vincitori della Champions dopo averli fatti tremare fino all’ultimo; portato Cavani a segnare sessantasei gol complessi in due stagione. Inevitabile stringersi la mano e far cin alla salute del Napoli e con la gioia di tanti tifosi che non aspettavano altro.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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