L’idea, nella testa di Walter Mazzarri, frulla ormai da qualche mese. Il suo Napoli vola alto, mantiene ritmi difficili da ripetere e persino da eguagliare, e intanto, attorno, s’aprono scenari imprevisti con due grandi panchine – Juve e Roma – da assegnare. Inevitabile l’equazione, intelligente o furbetta a seconda dei punti di vista, a seconda che la prospettiva sia la ragione oppure il cuore. Mazzarri sente che in azzurro faticherebbe a migliorare i risultati, si convince che rispettare il contratto significherebbe andare incontro a paragoni ingombranti, calcola invece che, specie a Torino, può aprire un ciclo importante costruendo su macerie. E siccome è tanto ambizioso quanto preparato, comincia ad accarezzare l’addio.
MESSAGGI – Pensa, probabilmente, di poter partire senza apparire in fuga: “rapito” perché vincente, inorgoglito ma in fondo dispiaciuto. E dispiaciuto, se andrà via da Napoli, lo sarà davvero, anche se il precipitare degli eventi lo inchioda come regista del divorzio e spacca i tifosi tra comprensivi e offesi. Questa, però, è un’altra storia. La verità dell’approccio è fatta di messaggi nemmeno troppo cifrati che spiazzano Aurelio De Laurentiis e, addirittura, inizialmente, Andrea Agnelli: è il 12 marzo quando il tecnico stupisce commentando i gossip su un futuro bianconero: la premessa è rituale, scontata («E’ bello per un professionista quando arrivano attestati di stima, ma a dieci finali dal termine queste cose non mi interessano e non ha senso parlarne»), lo sviluppo inquietante per il Napoli: «Al di là della durata dei contratti, le somme le tirerò alla fine. Al momento opportuno dirò le cose che penso e che voglio fare».
CANDIDATURA – Le pubbliche parole diventano segnali privati nello spazio di poche settimane. Attorno a Pasqua, attraverso un uomo di calcio a lui molto vicino, Mazzarri esplicita all’ad Beppe Marotta e al responsabile dell’area tecnica Fabio Paratici, con cui ha lavorato alla Sampdoria, la propria disponibilità a sposare il progetto bianconero. Marotta ha remore tattiche, consapevole che, in caso d’ingaggio, il 4-4-2 verrebbe accantonato, anche se si sparge voce, nell’ambiente, di ruggini più profonde e perfino di un’intermediazione chiarificatrice di Paratici. Mazzarri stesso, al Chiambretti Night, non nega: «Ci sono state delle discussioni ai tempi della Sampdoria perché non era abituato ad allenatori che giocano con la difesa a tre. Ora però sa benissimo cosa vuole Mazzarri se dovessimo ritrovarci insieme». Chiarissimo, con deviazione in corner finale: «Questo non vuol dire che andrò alla Juve».
RIMBALZO – Scorrono i giorni, Delneri cerca d’avvinghiarsi alla panchina ma perde la presa dopo il pareggio con il Chievo: nel frattempo Luciano Spalletti e Roberto Mancini si rivelano irraggiungibili e un contatto con Louis Van Gaal cade nel vuoto, così il tecnico del Napoli entra davvero in corsa insieme ad Antonio Conte e, distanziato per via dei costi e della fedeltà giurata al Porto, ad Andrè Villas Boas. Marotta specifica di non avere niente contro Mazzarri, nega tuttavia qualsiasi contatto approfittando di una voce impazzita su un incontro con Paratici in un caffèdi Viareggio: «Ci dà fastidio perché ci fa passare per una società scorretta: noi sappiamo benissimo qual è il regolamento, sappiamo di non poter avvicinare assolutamente tesserati. E al di là di questo, abbiamo un ottimo rapporto con De Laurentiis». Poi, nel dopo-partita, con la Champions perduta e persino l’Europa League vacillante, scaricando di fatto Delneri, l’ad annuncia: «Faremo il bene della Juventus in fretta, entro la prossima settimana decideremo sull’allenatore». E’ un messaggio a Mazzarri, un invito a fare la prima mossa, un rimbalzo, una dritta, un modo per affrettare i tempi: “liberati e noi ci saremo, finché c’è un contratto eviteremo inserimenti inopportuni”. La palla all’allenatore, che riceve anche un assist provocatorio da De Laurentiis: «I contratti sono contratti e vanno rispettati, se Mazzarri ha cambiato idea me lo dica». La Juve sta alla finestra, nonostante la “situazione kafkiana” – di cui il tecnico azzurro è artefice e non vittima – susciti qualche perplessità, mentre la Roma si smarca, nel suo futuro non c’è spazio per Mazzarri
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
S.D.
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