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Mazzarri: “Il terreno e il pubblico ci possono dare una mano”

Il tecnico azzurro carica la squadra e vorrebbe tanta cattiveria agonistica

Il più grande spettacolo del week end è un spettacolo allo stato puro e in quello one man show d’una vigilia d’un giorno «spaziale», l’ironia livornese si sovrappone alla tensione, la scaccia via quasi a colpi di gag, poi la mischia alla leggerezza che il momento (e il ruolo) impone e trasforma Mazzarri in un istrione. Napoli-Juventus è la madre (e anche il padre) di tutte le partite, è la notte da attraversare osservando (e gustando) le stelle: ma in quella vigilia in cui lo stress da prestazione diviene un «nemico» occulto da combattere, la scelta d’infilarsi sulla via Lattea è accompagnata dalla verve d’un «maledetto toscano» che avanza a suon di battute («non vi dico come marcherò Pirlo»), che resta se stesso però allungandosi in un sorriso («e che ne so quante percentuali ha la Juventus di vincere uno scudetto»), che dialetticamente se la gioca in contropiede («i favoriti sono loro») e che però, quando il sipario sta per alzarsi, trova l’uno-due per infiammare il San Paolo attraverso un impeto da autentico fan: «Vorrei sentire la terra tremare sotto ai piedi». E’ Napoli-Juventus e sono sessantamila brividi che percorreranno le schiene. 

 La chiameremo sfida-scudetto, Mazzarri.
«E io invece no: perché mancheranno, poi, undici partite alla fine e con trentatré punti a disposizione può succedere qualsiasi cosa. Ma è chiaro che è una gara sentita assai».

Arbitra Orsato…
«Designazione gradita ma per noi tutti gli arbitri sono uguali. Saremo al cospetto di un grande direttore di gara».

Un San Paolo messo a nuovo….
«Ci siamo allenati per provarlo ed è molto bello. Peccato non averlo avuto anche in passato: ci avrebbe fatto comodo, sfruttando noi i tempi di gioco».

Pensierino della vigilia….
«Sono ventitré anni che il Napoli non arriva con questa continuità tra le primissime: da quando sono arrivato stiamo competendo con le migliori. Per il sottoscritto, comunque vada sarà un successo».

Le sensazioni di un allenatore alla vigilia di un match così carico?
«Partiamo sfavoriti: porta anche bene. Loro sono molto in forma, noi un po’ meno. Il Napoli quando sta bene fa la partita e attacca, come contro la Samp e l’Udinese. Poi però ci sono gli avversari: e noi giochiamo contro una grande. Sarà importante dare il massimo, poi al triplice fischio si fanno i conti: ma non sempre vincono i più forti». 

La partita più importante della sua carriera, per le prospettive che può spalancare?
«Ho vinto una finale di coppa Italia ed abbiamo avuto una splendida esperienza in Champions, non vorrei lo dimenticaste. Siamo a livelli elevatissimi e vorrei anche che ne fossimo tutti felici. Mettiamo paura a chiunque e siamo competitivi: un motivo d’orgoglio».

Disse all’andata: poi ci sarà un ritorno….
«E’ un vantaggio, come lo fu per loro lo Juventus Stadium. Aspetto questa partita per giocarci le nostre chances in casa nostra, davanti ai nostri tifosi».

Formazione in testa?
«Voglio precisare una cosa a proposito di Calaiò, sul quale si è equivocato: ho la massima considerazione di lui ed è calciatore a me gradito, visto che l’ho voluto io. A Udine non l’ho inserito perché ho fatto altre scelte, ma so quanto vale».

Ha svicolato….
«Avevo qualche dubbio: uno in attacco, ad esempio, ma penso giochi Pandev. Il resto mi pare l’avete già intuito».

Ha studiato la Juventus a lungo.
«L’ho vista e rivista, vero: noi non abbiamo avuto tempo, a differenza dei nostri avversari, per prepararla come avremmo voluto. Lunedì sera abbiamo giocato a Udine – e ringrazio Guidolin per i complimenti che ci ha fatto – e domani sera scendiamo di nuovo in campo». 

Vi date un’occhiata pure alle spalle?
«Ci mancherebbe: Milan, Inter, Lazio, Roma e Fiorentina sono fortissime e le temo».

Cavani è una preoccupazione per Conte, che lo ritiene – a ragione – un top player.
«Lui ne ha quindici».

Incredibile ma vero, el Matador non segna da sei partite.
«Quando segna è bravissimo lui, quando non lo fa è colpa mia che non lo metto in condizione di farlo…. Ho parlato con Edy e gli ho detto di non pensarci: a Udine, Armero gli ha messo il pallone dieci centimetri più in là; ma è vicino al gol».

Come si prepara Napoli-Juventus?
«Ho detto alla squadra che resterò un martello anche al termine di questa gara, qualsiasi risultato venga fuori. Da qui all’ultima, giocheremo sempre con altissima concentrazione. Sento che l’esperienza in Champions ci ha maturati: non avvertiremo tensione».

A Torino finì male.
«Ma fino al gol di Caceres, giocammo discretamente. Ci penalizzò il risultato. Mi pare che fisicamente ci siamo. Sono fiducioso».

Pirlo è la luce…
«Un fuoriclasse, ma non vi dirò come e se lo marcheremo. Ma la Juventus è tanto altro ancora: è Vidal, è Marchisio, è Vucinic, è quei tre là dietro, è nei due esterni». 

Maradona vi è servito per qualche giorno…
«Se avesse lasciato un pizzico del suo talento nel nostro spogliatoio ne sarei lieto. Permettetemi di ringraziarlo per ciò che ha detto e per il tono e il rispetto usato verso il sottoscritto. Maradona è intelligente e carismatico, qualsiasi cosa faccia va sempre bene. E spero ci porti fortuna».

Cosa chiede alla sua squadra?
«Un pizzico di cattiveria agonistica in più».

Che Juventus s’aspetta?
«Diversa da quella che ha affrontato la Roma, anche perché a quella partita arrivò con la fatica di Glasgow nelle gambe»

Cosa suggerirebbe ai tifosi?
«Di esserci vicini nei momenti critici della partita. Di trasformare lo stadio in una bolgia. Di far tremare la terra, come nel 2-2 con il Milan, al mio primo anno: sentii il campo muoversi sotto ai miei piedi, al gol di Denis».

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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