Due vittorie, sei punti e tanto entusiasmo: tutto questo è il Napoli di Walter Mazzarri, dell’uomo che ha saputo fare grande un ambiente ed un club che soltanto da sei stagioni ha ritrovato il calcio che conta, dopo tre anni vissuti tra serie C e B. Lui ha saputo prendere al volo il testimone che gli ha passato Roberto Donadoni, solo pochi mesi a Napoli, dopo l’era di Edy Reja, l’artefice del ritorno in serie A. Ed ha subito imposto a tutto l’ambiente un cambiamento radicale, assumendosi per intero la responsabilità tecnica e rispondendo coi risultati alle sollecitazioni di Aurelio De Laurentiis. Oggi, il suo Napoli è quasi una macchina perfetta, che ha nella continuità tecnica il suo punto forte. Nel corso delle 4 stagioni fin qui vissute sulla panchina napoletana, Mazzarri ha cambiato qualcosa, di anno in anno, senza mai ricorrere a rivoluzioni o mutamenti tattici. Se l’è saputo modellare il suo Napoli, Mazzarri. Quotidianamente lavora all’aspetto tattico, a quel sistema di gioco che gli ha permesso di disputare la Champions League e di vincere la coppa Italia. E, soprattutto, tende a valorizzare le caratteristiche dei singoli, un po’ com’è avvenuto con Edinson Cavani che da esterno d’attacco, come agiva a Palermo, l’ha saputo trasformare in punta centrale. Ed i 66 gol realizzati dall’uruguaiano negli ultimi due anni ne confermano la bontà della scelta. Oppure lo spostamento di Zuniga sulla fascia sinistra, lui che è un destro naturale. In questo modo si è saputo garantire una maggiore copertura difensiva, rispetto ad Andrea Dossena, mancino puro, che resta comunque uno dei titolarissimi. Con Mazzarri, sono cresciuti in tanti ed ancora oggi i suoi insegnamenti stanno favorendo gli inserimenti dei nuovi, di quelle poche novità che la squadra ha saputo accogliere nell’interesse generale. C’è un gruppo storico, in ogni modo, al quale lavora l’allenatore. L’asse portante del Napoli attuale, per intenderci. Giocatori che con Mazzarri sono cresciuti in maniera esponenziale, raggiungendo tutti le rispettive nazionali. Il solo Paolo Cannavaro, il capitano, è fuori dal giro dell’Italia,ma avrebbe meritato una maggiore attenzione, secondo il suo tecnico ed il club. L’esperienza napoletana ha aperto le porte della nazionale a Christian Maggio e Morgan De Sanctis, mentre Hamsik e Cavani sono rispettivamente i leader di Slovacchia e Uruguay. Senza contare la rivalutazione di Goran Pandev da lui espressamente voluto, come Cavani, d’altra parte. Ne ha fatte parecchie, quest’anno, Mazzarri. Dal mercato sono arrivati Insigne, El Kaddouri e Uvini che vanno ad aggiungersi ad Edu Vargas. Per loro, ci sarà la grande opportunità dell’Europa League e della coppa Italia, perché quest’anno l’allenatore ha voluto due squadre in modo da conservare le energie giuste per provarci in campionato. Non è più un segreto: Mazzarri vuole lo scudetto per chiudere un ciclo.
Fonte: La Gazzetta dello Sport
La Redazione
M.V.
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