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Mazzarri: “Il mio cuore? E’ quello della squadra”

Un’aggiustatina qui, un’altra là, e a forza di bottarelle al motore ingolfato del Napoli del primo tempo, Mazzarri ha cominciato a riascoltare una parvenza di rombo. «In tre o quattro erano giù di forma all’inizio, anche Edi era poco lucido altrimenti certi gol lui non li sbaglia mai. Ma la squadra ha orgoglio, i giocatori si vogliono bene e non mollano mai. È una vittoria meritata, come quella col Dnipro. Spero che questa sia la svolta del campionato, come il successo di giovedì lo è stato per la nostra Europa League». Mazzarri è raggiante. Ha aggiustato la gara inserendo Insigne e Inler e gettando nella mischia Mesto. «È uno stadio difficile, contro le squadre di Delneri non è mai facile giocare e il Genoa a lungo ci ha creato dei problemi. Ma sono contento della rimonta, la seconda in tre giorni», continua il tecnico di San Vincenzo. Con questo successo, il Napoli sembra intravedere la luce, il tunnel si rischiara, il cuore si alleggerisce. «Siamo lì, a ridosso delle migliori. Non chiedetemi sempre dello scudetto: abbiamo nove punti in più rispetto a un anno fa, un cammino fuori casa da prima in classifica. Non posso che essere contento del Napoli. Altre squadre ci sono dietro e hanno organici del nostro stesso valore». La vittoria col Genoa è la terza esterna dell’anno: poi un pari e due sconfitte. «In poche hanno fatto più punti di noi lontano da casa. Quello col Genoa è un successo prezioso, arrivato nel finale quando sono aumentati gli spazi e gente come Hamsik e Insigne ne hanno tratto grande beneficio».
È una felice giornata azzurra, quella in cui si registrano i progressi di Mesto e Lorenzo su tutti. «Due cambi azzeccati: Pandev si è purtroppo fatto male a una caviglia, altrimenti Insigne sarebbe entrato al posto di un difensore. E con l’ingresso di Mesto abbiamo dato il via al cambio di modulo. Ma difficilmente nelle prossime gare inizierò con la difesa a 4: però vedo che cominciano a comprenderlo bene». Certo, la manovra non è ancora fluida. «Abbiamo dimostrato di non essere Cavani-dipendenti: lui è il riferimento offensivo di tutti, ma col Genoa i ragazzi sono stati davvero fantastici». La domanda, poi, è sempre la stessa: si resta in scia della Juve? E allora si vede il sopracciglio di Mazzarri che si increspa, gli occhi che tradiscono un’espressione ironica: «Ripeto, +9 rispetto allo scorso campionato: difficile poter fare meglio in 12 gare. Io mi so accontentare». Sabato c’è il Milan: «Dispiace perché Behrami è un calciatore importante ma sarà squalificato. Era una situazione che temevo: sapevo che a Marassi sarebbe stata una battaglia e allora non ho fatto giocare Inler dall’inizio perché anche lui diffidato. Temevo di perderli entrambi». La scena della mano sul cuore non è sfuggita. «Lo faccio sempre, solo che ho fatto la visita cardiaca e allora adesso tutti lo notano. Ma sto benissimo». Sorride e ammicca, per la gioia delle fans. Ma dalla domanda finale, questa volta, non si fa ingannare. «L’anno sabbatico? Adesso mi godo la vittoria». E via con un sorriso largo e rassicurante.

Fonte: Il Mattino

La Redeazione

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