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Mazzarri, il contratto biennale è pronto

In caso di risultato positivo a San Siro ci sarà la firma del contratto da parte del tecnico toscano

Che notte, domani notte: e in quella sfida da togliere il sonno, Milan-Napoli o anche la partita dell’anno, c’è praticamente tutto, c’è il secondo posto e dunque la Champions League (certa), c’è un contratto (biennale) pronto per essere spalancato sul tavolo, c’è un appuntamento da definire. C’è il futuro che si presenta in novanta minuti da brividi, in un match tra le anti-Juventus per eccellenze, c’è la voglia matta di lasciarsi alle spalle le preoccupazioni, di tenere la forbice inalterata o di allargarla ulteriormente: c’è poi un calendario, o anche un’agenda, che nel 20 maggio (o giù di lì) indica la data-simbolo del sì. Un mese e passa: perché non anticipare?

LA SVOLTA – L’occhio di bue a San Siro, per capire cosa sarà del Napoli nelle prossime settimane, per avere un quadro nitido e magari luminoso, nel quale lasciare che De Laurentiis e Mazzarri si possa specchiare, per cominciare a pianificare. Il bivio è nell’ora e mezza da (ancora) dentro o (irrimediabilmente) fuori per il Milan, in quello scenario esaltante che conduce dritto nel ghota europeo, a stretto contatto con l’elite, nella possibilità concreta (per il Napoli) di poter dondolare tra due risultati su tre che eviteranno calcoli ma che consentono comunque un approccio più disteso. Meno sette e poi si toglieranno i veli: ma Milano può contribuire ad avvicinare ulteriormente (e fisicamente) De Laurentiis e Mazzarri, ritrovatosi ideologicamente l’uno al fianco all’altro in questo trimestre condiviso attraverso una serie di messaggi (e cinguettii) utili per manifestarsi la simpatia ritrovata. « Il mio rapporto con il presidente non è mai stato così buono ». Così parlo Mazzarri, a più riprese: e De Laurentiis, dopo il blitz amicale a Castelvolturno – utile per spargere serenità all’indomani della sconfitta di Verona, con il Chievo – così replicò: « Mazzarri è la prima scelta. Non c’è bisogno di mettergli pressione addosso, adesso ha il campionato a cui pensare. Lui qui può rimanere quanto vuole, ne parleremo quando sarà il momento giusto ». 
L’ORA X – E se arrivasse subito, non dispiacerebbe a nessuno: non certo a De Laurentiis, che potrebbe ribadire al proprio tecnico le convinzioni di un progetto sostenuto pure attraverso i sociali network: « Sarà un Napoli giovane, forte e tosto ». E certo non inquieterebbe, un’accelerazione, Mazzarri, che invece al proprio presidente potrebbe ironicamente sottolineare quanto già fatto in conferenza stampa: « A me basta che il Napoli sia forte»
DISTANZE – C’era una volta una coppia separata in casa da letture divergenti della politica societaria: ognuno con convinzioni scalfite nella roccia. Poi, d’incanto, la conversione e quella ch’è divenuta convergenza, la chiacchierata disinteressata, la visione parallela, gli ammiccamenti. Il campo ci ha messo del suo, perché il quarto anno da protagonista e la possibilità di afferrare (ancora una volta) la qualificazione in Champions, sta avendo un peso rilevante; ma De Laurentiis e Mazzarri hanno innanzitutto ritrovato il piacere di scherzare, di dialogare, di verificare che dietro quei risultati ci sono le filosofie d’un presidente e quelle di un allenatore che si sono fuse e che hanno generato l’ennesimo miracolo alla napoletana. Un quarto posto nella prima stagione, un terzo posto – con accesso diretto al calcio che conta nel secondo – una coppa Italia nel terzo e ancora l’Europa League e stavolta secondo: andando ad incidere gradualmente sull’organico, inserendo un tassello di qua e uno di là, sostenendo ognuno le proprie ragioni e poi miscelandole. Si può fare ancora, molto probabilmente, e Milan-Napoli potrebbe avere il «potere» di evitare meditazioni a lungo termine: il campionato finirà il 19 maggio, ma se a san Siro s’accenderanno luci azzurre, poi c’è un contratto che aspetta. 
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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