E’ vero almeno che voi del Napoli siete diventati più cinici?
«Forse più maturi, più completi. Ora siamo più squadra: in passato abbiamo pagato le minime disattenzioni persino nel corso di match nei quali per 60-70 minuti avevamo dominato. Per subire un gol, ci bastavano una ventina di minuti di sofferenza o una serie di calci d’angolo. Un anno fa, con la Juventus, passammo dal 3-1 al 3-3; quest’anno abbiamo battuto la Fiorentina e la Sampdoria: è stato prezioso lavorare sulla testa, su qualche movimento, modificare le nostre scelte sulle palle inattive e colpire quando avevamo il pallino del gioco in mano».
Di nuovo a Napoli: cresce la squadra, ma pure il pubblico.
«Ricordo la mia prima frase, quando arrivai tre anni fa: voglio essere il vostro garante, avremo sempre un’anima. E’ nato così il feeling e poi si è via via sviluppato. Abbiamo subito sconfitte interne e ricevuto l’applauso del pubblico. Ho visto uno striscione: oltre il risultato. Io alla gente parlo e la gente capisce. E poi Napoli ha tradizione e buon gusto: ricordano ancora, giustamente, Vinicio, che faceva divertire».
Tre anni di Mazzarri a Napoli.
«E risultati straordinari, tra cui la crescita di un club che vuole essere grande nel tempo e anche virtuoso».
Nella sua carriera, non ha sbagliato un anno: ma pensava d’arrivare a giocarsela alla pari con la Juve da anti-Juve?
«Mi permetto di ribadire miei vecchi concetti: i risultati vanno studiati in base ad un’analisi ampia che tenga presente vari parametri. Oggi, classifica alla mano, escludendo il Napoli per ovvii motivi, la vera sorpresa è il Catania di Maran. E se dovesse chiudere al quinto posto, sarebbe quello il caso eclatante: io nelle riflessioni ci calcolo il budget, il bacino d’utenza. E poi che il Napoli sia l’anti-Juve lo dite voi. Spiegatemi il perché».
Perché è il tecnico che da più tempo è sulla stessa panchina; perché ha dato continuità: perché avete ottenuto risultati; perché vi siete rinforzati mentre Milan e Inter hanno ceduto i gioielli di famiglia…
«Lettura organica che posso accettare. Però la Roma un anno fa aveva cominciato ad allestire una squadra fortissima; e la Juventus, sempre un anno fa, ha acquistato sei calciatori di spessore internazionale, Pirlo-Vucinic-Vidal tanto per fare solo tre nomi. Io vivo di razionalità».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
S.D.
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