Un sorriso. E’ quel che serve. Quel che servirà al Napoli e a Walter Mazzarri per venire a capo del problema. Inutile girarci intorno, gli azzurri sono finiti dentro un vortice problematico lungo cinque giornate in campionato e sette partite in totale compresa la iattura Viktoria Plzen. Sette volte senza vittorie, l’ultima con il Catania il 2 febbraio, e con numeri a dir poco sbiaditi. Male, verissimo, eppure è ancora della seconda squadra d’Italia che si parla. Un secondo posto da difendere con le unghie, i denti, l’anima e il sudore, perché il Milan è a due passi, cioè a due punti, e ringhia come un pitbull. Gli azzurri devono sbloccarsi, dare una risposta a se stessi già domenica con l’Atalanta, così da confermare il trend positivo dei finali dell’era-Mazzarri: sì, la media delle ultime dieci partite dei campionati giocati con il tecnico toscano in panchina è sempre stata buona. E in certi casi, in certi momenti bui, anche la statistica può fungere da interruttore.
PRIMAVERA AZZURRA – E allora, il bilancio delle ultime sette partite: tre sconfitte – una con il Chievo e due con i cechi in Europa League – e quattro pareggi. Totale: 4 punti in campionato, un’eliminazione evitabile in coppa, 9 gol incassati e appena 2 realizzati (con la Lazio, di Campagnaro dopo un angolo, e con la Juve, di Inler con un tiro da fuori da deviato). Fotogrammi amari da abbinare, però, ad alcune scene del recente passato: i 18 punti collezionati nelle ultime dieci giornate della stagione 2009-2010, i 17 e i 14 punti delle due successive, valgano da lezione. Valgano a spiegare che il Napoli di primavera sa rifiorire e imporsi. E soprattutto sa tagliare traguardi importanti: l’Europa League nel primo campionato di Mazzarri, dopo l’avvio ad handicap e l’esonero di Donadoni; la storica Champions l’anno dopo; il bis in Europa League, con accesso diretto alla fase a gironi dopo la conquista della Coppa Italia, nella stagione precedente.
DIECI PASSI – Il primo dei dieci passi che separano alla fine del campionato, insomma, è tracciato: non resta che compierlo e consolidare la tradizione delle chiusure positive. Il Napoli può, anzi lo deve a se stesso, dopo aver respirato praticamente per l’intera stagione l’aria del secondo posto. Di una Champions da vivere direttamente dalla fase a gironi. Il Milan incalza, certo, ma tutto sommato gli azzurri sono i soli padroni del proprio destino.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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