Uno, due, tre: i salti nel vuoto non sono (mai) ammessi, men che meno alla vigilia di una finale di Coppa Italia, il fiocchetto (azzurro) su una stagione in cui brillano vive notti indimenticabili. Juventus o Napoli, la verità è nell’aria: un’ora e mezza (probabilmente), per prendersi il trofeo, sistemarlo in bacheca, infilarlo nella galleria dei propri ricordi. E allora, avanti adagio, con passi cauti per la settimana ideale dell’allenatore, che comincia al martedì con la seduta atletica e si conclude al sabato con la rifinitura e non prevede pause, accavallamenti. Uno, due, tre: perché fino a domenica sera, quando sarà stilata la lista delle formazioni, ci sarà da meditare, sistemando sul bilancino i pro e i contro, trascinandosi appresso le perplessità suscitate dal campo o magari dal bollettino medico e poi decidere con chi andare al gran ballo con Madame, se con il Cannavaro acciaccato e però già bello tonico o con Fernandez, con lo Zuniga zompettante o con il Dossena-goleador, con il Pandev ispirato o con il Lavezzi motivato. Manca niente all’Olimpico e le percentuali cominciano a delinearsi. Però…
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