A voi, titolarissimi: perché quando il gioco si fa duro, bisogna lasciare che i duri riescano a giocare, senza freni e senz’alcuna inibizione, togliendosi la «maschera» e pure la paura, recuperando se stesso e dunque la coesione che fa squadra, che fa Napoli. A voi, quindi: agli undici che da sempre – dal ritiro in poi – Mazzarri ha eletto come il team ideale, 3-4-1-2, con codici mandati giù a memoria, con garanzie offerte dall’esperienza, dalla propria capacità. Poi magari succede che Campagnaro avverta un affaticamento muscolare e debba per un attimo fermarsi, rinviando a domani qualsiasi definitiva decisione, però in testa c’è quel Napoli lì, con De Sanctis tra i pali, l’argentino sul centro-destra, Cannavaro nel mezzo e quel Britos che pare recuperato ma chissà; Maggio a destra e Zuniga a sinistra, Inler-Behrami nella zona nevralgica a rompere e a costruire; Hamsik tra le linee; e poi Pandev e Cavani davanti.
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