Parlare tanto, cercare di capire, apertura totale al dialogo. Se c’è una qualità di cui va fiero Mazzarri è il rapporto che riesce a stabilire con ogni singolo calciatore. Un rapporto franco, leale, basato sulla reciproca stima. Ed è grazie a questa che le sue squadre si sono sempre rialzate dopo prestazioni opache. Accadeva alla Reggina, come alla Samp. Ed ora anche a Napoli. I calciatori prendono coscienza e reagiscono. Il gruppo fa autocritica e prepara il riscatto. Con il Napoli, questo rapporto è diventato ancora più solido perché in questo spogliatoio Mazzarri è riuscito a formare una sola famiglia, ormai. Tutti per uno, uno per tutti. Soprattutto nei momenti critici. Per il tecnico non ci dovranno essere primi attori o leader, il vero leader è lui che poi privilegia gli interessi del gruppo. E se c’è qualcuno che ama “cantare” fuori dal coro, a fine stagione può anche fare la valigia, come poi è successo. Si possono contare sulle dita di una mano i momenti in cui Mazzarri è dovuto intervenire a Castelvolturno per richiamare tutti all’ordine. Al primo anno, dopo le due sconfitte consecutive di Bologna e con la Fiorentina; al secondo, all’indomani dei capitomboli in casa dell’Udinese e dell’Inter; lo scorso anno, dopo il ko interno con la Roma; e stavolta dopo la scialba prestazione di Catania. Mai strigliate, bensì discorsi fermi e chiari che poi hanno prodotto sempre immediate resurrezioni.
DOPO CATANIA – Mazzarri voleva capire i veri motivi di quel black out generale; il perché di una simile prestazione pur con l’uomo in più. In fondo, il risultato non era disprezzabile ma il calo di tensione preoccupava il tecnico in vista del faccia a faccia con la Lazio. Così si è totalmente aperto nello spogliatoio come ha rivelato mercoledì notte. «Ho detto ai calciatori che con la Lazio avremmo potuto anche perdere ma che volevo vedere un diverso atteggiamento in campo. Ho invitato i ragazzi ad una riflessione, spiegando loro che non avrei accettato certi cali di tensione, soprattutto in una sfida così importante per il nostro futuro». Li ha motivati, dunque. Come solo lui sa fare. Andando a toccare i tasti giusti, sollecitando l’orgoglio individuale, con la sensibilità ed il tatto che lo hanno sempre contraddistinto, ben sapendo di rivolgersi a ragazzi sani moralmente, nonché pronti a recepire il messaggio del loro allenatore.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro