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Mazzarri già davanti a tutti: è il più longevo fra i colleghi della categoria

Sta per cominciare il suo quarto campionato consecutivo sulla stessa panchina. A Mazzarri non era mai successo, neanche a Reggio Calabria dove compì un capolavoro calcistico, per il quale gli assegnarono la cittadinanza onoraria. Quattro campionati di fila al timone del Napoli; anni conditi da una serie di record personali e di club, una Coppa Italia vinta, una Champions League da protagonista, e ora l’inseguimento a quel traguardo che nessuno nomina ma tutti sognano: il terzo scudetto della storia del Napoli, il primo di De Laurentiis.
Guai a parlarne con Mazzarri, si spaventa soltanto a sentirlo nominare. Ma oggi la squadra con un paio di innesti mirati può davvero tampinare la Juve fino alla fine e renderle il cammino difficile. Lo si è visto in Supercoppa, del resto. Il Napoli ha perso Lavezzi ma ha conservato un’intelaiatura di squadra e un affiatamento consolidato, che basta poco per il decollo a grossi livelli. Ancora qualche acquisto ma intelligente, opportuno, essenziale.

I RECORD– Mazzarri, toscano di riviera, nato a San Vincenzo, una manciata di chilometri da Livorno, è un self made man. Lui ha fatto tanta gavetta prima di sfondare: dal settore giovanile del Bologna alla C2 con l’Acireale; dalla C1 con la Pistoiese, alla B col Livorno (promozione in A); dai tre campionati con la Reggina ai due con la Samp, fino ai tre con il Napoli. Di anno in anno ha aggiunto qualcosa al suo bagaglio professionale, e al suo staff che si è ampliato dopo l’ingresso in Champions. Ma è alle dipendenze di De Laurentiis e con un pubblico straordinario alle spalle, che ha ottenuto i migliori risultati della sua carriera: sesto posto dopo essere subentrato a Donadoni che stava viaggiando a un punto a partita; terzo posto l’anno successivo, il migliore in assoluto da quando allena; e poi il quinto di quest’anno dopo aver superato un girone di ferro in Champions League ed essere stato eliminato agli ottavi dalla rivale che poi si è aggiudicata la vittoria finale, il Chelsea.
TRECENTO PANCHINE IN A– A Mazzarri mancano solo tre partite per tagliare il traguardo delle trecento panchine nella massima serie. Per ora ne contra 297 tra Reggina, Sampdoria e Napoli. E lo taglierà, guarda il destino, contro il Parma di Donadoni al San Paolo, il 16 settembre. In totale, Mazzarri, dalla C2 alla serie A, è andato in panchina 408 volte e la percentuale di vittorie resta altissima (152), il 37,25 %.

Ma è nel secondo campionato con il Napoli che ha ottenuto i record più significativi della sua carriera: miglior piazzamento (terzo posto), maggior numero di vittorie (21), minor numero di pareggi (7). Al primo approccio, quando subentrò a Donadoni, oltre alla lunga serie di vittorie consecutive, Mazzarri stabilì il record che gli sta più a cuore, il minor numero di sconfitte subite nella stessa stagione (5).

IL FEELING– Tra lui e De Laurentiis si è stabilito un buon feeling, anche se all’esterno non sembrerebbe. Un feeling che poggerà anche su interessi reciproci, che servono al Napoli per crescere passo dopo passo. Mazzarri ha deciso di restare per il terzo anno e ora anche per il quarto di fila, perchè ha visto che poteva lavorare indisturbato e come piaceva a lui, con pieni poteri sul piano tecnico. De Laurentiis dal canto suo ha verificato quanto fosse capace il tecnico, di tenere compatto lo spogliatoio e di motivarlo di giorno in giorno.

Mazzarri è stato abile nel migliorare il suo modulo di gioco ma soprattutto nel saper ottimizzare l’organico e di far esplodere prima Lavezzi, poi Hamsik, infine Cavani.

IL CONTRASTO– Ma restano i motivi di incomprensione tra patron e allenatore. De Laurentiis vorrebbe che il tecnico sposasse di più la filosofia della società che è quella basata sui giovani; Mazzarri, invece, predilige poco il rischio e preferisce giocatori già collaudati, alcuni anche navigati. Non è facile trovare un punto d’incontro tra le due tesi. E chissà che il quarto anno, con Insigne e qualche altro, non faccia scoppiare persino “amore” tra i due comandanti della nave-Napoli. Intanto, Mazzarri va fiero di un altro record: non è stato mai esonerato da quando allena e tutti hanno motivi per rimpiangerlo. Non è cosa da poco. Gli manca solo l’ultimo gradino per diventare un top-trainer.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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