Errori difensivi uno dopo l’altro, emozioni a non finire. Tutto davanti gli occhi di Conte, il tecnico della Juventus: «Bene, sono contento che c’era così ha visto proprio una bella partita». Mazzarri vorrebbe dire «un bel Napoli» ma si trattiene per un poco lasciandosi persino andare a un piccolo, discreto complimento nei confronti dell’allenatore dei bianconeri. «Ma anche loro hanno giocato una bella gara» si lascia sfuggire ammettendo di aver visto in tv la vittoriosa trasferta dei bianconeri a San Siro. Il sorriso sgargiante lascia intendere che Mazzarri è felice e che l’incubo di non vincere una gara che ha a lungo dominato è svanito: «Quando si gioca bene sono contento, abbiamo fatto una grande partita anche se abbiamo commesso in difesa davvero tanti errori incredibili. Però sono contento».
La svolta l’ingresso in campo del Matador, nella ripresa. Mazzarri racconta la vigilia, il lungo colloquio con Cavani. «Escluderlo non è mai facile, perché lui è un campione. Sapevo che all’inizio tutti avrebbero storto la bocca con la mia scelta ma io non faccio le scelte pensando a quello che dicono gli altri. Ho visto Pandev e Insigne in forma in questa settimana in cui si sono allenati e credo che dal punto di vista tattico la loro prestazione è stata ottima».
Parla della chiacchiera a quattr’occhi avvenuta ieri mattina: «Ha fatto un defaticante e gli ho spiegato quello che avevo in mente, la mia strategia per la gara col Torino: gli ho detto che lo volevo fresco, pronto a gettarlo in campo nella ripresa perché se avesse giocato dall’inizio avrebbe sofferto e non avrebbe avuto sulla gara l’impatto che invece ha avuto. Se è rimasto male? Vuole sempre giocare, ma l’ho convinto che partire dalla panchina era la cosa più giusta: per lui e per tutti».
Si prende una pausa. «Ma non ha vinto solo Cavani, è stata una grande gara di tutti, anche di Lorenzo che per tutto il primo tempo ha davvero svolto alla perfezione il lavoro che gli avevo chiesto. Sono contento, farò proprio una bella Pasqua». Non è una vittoria né pensando alla rincorsa alla Juventus e neppure pensando alla risalita del Milan. «Siamo cresciuti tanto, abbiamo 11 punti in più dell’anno scorso. E un anno fa non eravamo proprio messi così male: una squadra più matura, dopo aver dominato e brillato come abbiamo fatto noi nel primo tempo, avrebbe archiviato la partita al 45’ con un 2-0, Invece non ci riusciamo mai, questo significa sotto questo aspetto non siamo ancora cresciuti come dovremmo. Perché per vincere non bisogna per forza fare cinque gol». Racconta i gol. E svela qualche segreto: «Il primo era chiaramente uno schema preparato in base alle loro caratteristiche sui calci piazzati: siamo stati bravi».
Non dice quello che tutti hanno notato dalle tribune: quel gesto a Dzemaili e l’invito a portarsi in avanti. Sul quarto gol poi «beh, siamo stati furbi a spostare un po’ la barriera sulla battuta di Cavani, qualche astuzia non fa male Però a rivedere meglio il tiro, la palla di Cavani è passata sopra la barriera di molto». Ride di nuovo. È davvero una serata di festa per lui. «Il mio futuro? Aspettiamo la fine per parlare di tutto, giochiamo bene, c’è la condizione, c’è il gioco, gruppo unitissimo, grande intesa tra me e De Laurentiis e su queste basi parleremo a maggio. La proposta? Tra di noi si parla e ci diciamo tante cose. Quello che ci diciamo dall’interno resta tra di noi. I soldi sono l’ultima cosa, non penso a questo». 24 anni dopo, ed è tanto, un altro Napoli vince per 5-3 qui a Torino. Quella volta era il Napoli di Maradona e Careca, oggi quello di Dzemaili e Cavani.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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