Walter Mazzarri ha fatto come Antonio Conte. Quattro gol al maestro Zeman e la Roma ridimensionata nei suoi sogni di gloria. Poi però, al contrario del tecnico della Juventus non è riuscito a godersi il successo. Ha indossato l’elmetto e una volta davanti le telecamere di Sky e Mediaset, accusato di fare un gioco all’italiana, va su tutte le furie. «Prova di maturità? Ma quando mai, è stata semplicemente fortuna». Ops, qualcosa non va. Lo si intuisce dallo sguardo, dal tono, dalle parole insolitamente dure. Oltre che solitamente pungenti. «In giro sento dire delle cavolate incredibili, sento dire che vinciamo solo perché segna Cavani, che il nostro è un contropiede occasionale, frutto dell’improvvisazione. Questa cosa mi fa arrabbiare, non l’accetto: c’è tanto lavoro dietro ogni cosa che fa ognuno di questi ragazzi che va in campo».
L’arrabbiatura dura poco, giusto il tempo di scendere in sala stampa. Nel giorno in cui tutte le grandi hanno fatto flop, il Napoli in un sol colpo è riuscito a ripiombare al terzo posto, a ritrovarsi a sette punti dalla Juventus. «Noi facciamo la corsa su noi stessi, e voglio fare mio l’atteggiamento di Petkovic: pensa solo alla Lazio. E fa bene, Come facciamo bene noi a pensare solo a noi. Quest’anno abbiamo dieci punti in più della scorsa stagione, anche se ne abbiamo due di penalizzazione. Spero che questi due punti siano riassegnati».
Recupera un po’ di calma. «Zeman ha ragione quando si lamenta del campo, è messo male, anche Hamsik ne ha risentito: la Roma come noi gioca con palla a terra, però non credo che il risultato sia legato alle condizioni del terreno di gioco, perché pure noi siamo stati penalizzati. La Roma come organico è forse pari anche a quello della Juventus, e noi siamo stati capaci di fare una grande impresa segnando 4 gol. Io personalmente sono felice, del resto non me ne frega nulla». Contento, e non poco, della prova di Pandev: «Abbiamo lavorato tutta la settimana con lui ed Edi per non farli andare in fuorigioco, per neutralizzare la tattica difensiva di Zeman. I risultati sono stati buoni». Arriva il momento di parlare di nuovo del Matador. «Bravo, bravissimo. Ma lui è solo il finalizzatore del nostro gioco, del lavoro di tutti. Cavani è diventato top player a Napoli, qui abbiamo creato un giocatore importante con una squadra che lo esalta al massimo. Nessuno deve dimenticarsi che quando scegliemmo lui non era ancora nessuno, e che tutti ci criticarono per la cessione di Quagliarella alla Juventus».
Insiste sugli obiettivi. Che come sempre, non cambiano: «Noi facciamo la corsa solo su noi stessi, penso a vincere una gara alla volta, non me ne faccio di questi pensieri. Abbiamo dieci punti in più, questo conta per me». Lentamente ritrova il sorriso e la calma. Guai attaccare il suo Napoli, guai insinuare che qui c’è un solo campione e altri dieci portatori d’acqua. «La Roma mica è una squadretta di ragazzi sfortunati? Noi abbiamo sofferto in certi momenti, Morgan è stato bravo a negare in più circostanze il gol ai giallorossi. Io sono soddisfatto della prestazione della mia squadra».
Vietato parlare di Juventus e di primo posto. La parola scudetto resta severamente tabù. «Noi non dobbiamo mai andare oltre il prossimo impegno. Dobbiamo solo pensare a battere il Palermo. Guai se non facessimo così». Mazzarri ha chiuso la serata a cena con De Laurentiis in un ristorante del lungomare di via Partenope, il Much More: allegria e sorrisi. E forse discorsi di mercato.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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