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Mazzarri duro: «Non sappiamo vincere le partite»

Rapporto negli spogliatoi: «Bisogna chiudere il match troppi errori in difesa»

Il capitano dei rossoblu, al rientro dalla squalifica, è legato al Napoli (ha giocato un anno in azzurro prima del fallimento e la moglie è di Arzano), ma stavolta non ha guardato ai sentimenti. Passando dallo smarrimento all’esaltazione, infine allo sconforto, Mazzarri resta terzo con i suoi uomini dopo una partita da incubo. Quando sembravano ormai certi i tre punti, c’è stato l’uno-due di Pioli, che ha inflitto al collega l’ennesimo dolore: una bestia nera, soprattutto un allenatore che conosce i punti deboli del rivale.
Imbarazzanti i primi 45’ contro il Bologna, con quel gol segnato da Gabbiadini dopo una manciata di minuti tra difensori immobili: partenza in salita, non è la prima volta. Vivace la ripresa, con il pari firmato dall’ex Gamberini: ha segnato un difensore appena Mazzarri ha mandato in campo il quarto uomo d’attacco, Pandev, rinunciando a Britos. Più aggressivi gli azzurri, Insigne ha confezionato due eccellenti assist per il difensore e per Cavani, arrivato a 20 gol in 20 partite. Il Matador sembrava aver perfezionato la rimonta sul Bologna, ma l’insidia e la sconfitta erano dietro l’angolo.
Mazzarri è stato duro a fine partita. Ha preso atto della realtà, di due problemi: 1) i frequenti errori della difesa, che sta per perdere il suo punto di forza, il capitano Cannavaro; 2) la difficoltà a chiudere le partite, segnando una rete in più dell’avversario. Stavolta non ci si può accontentare del gioco e delle palle-gol, com’era accaduto a Milano nella sfida contro l’Inter. Non solo De Laurentiis preferisce i punti agli elogi, ma anche Mazzarri e i tifosi.
Il Napoli resta alle spalle dell’Inter e nelle prossime ore potrebbe scivolare più dietro. È attesa la sentenza a carico del club, di due suoi calciatori (Cannavaro e Grava) e di un ex calciatore (Gianello) che ha messo nei guai la società e i compagni in maniera assolutamente consapevole nell’ultima partita del campionato 2009-2010, quando tentò una combine prima della partita con la Samp. La società si avvia verso i 2 punti di penalizzazione perché la Disciplinare non avrebbe accettato l’attenuazione della pena proposta dal procuratore Palazzi, che si è reso conto della particolarità della vicenda, con quel terzo portiere da tempo emarginato perché ritenuto da Mazzarri professionalmente non affidabile. A De Laurentiis resta la chance degli appelli alla Corte di giustizia federale e al Tribunale nazionale dello sport e gli esperti della materia prevedono uno sconto. È forse questo il senso della giustizia domestica: ogni giudice sembra fare come gli pare e quindi si passa dalla Disciplinare «dura» al Tnas «morbido». Ma quando arriva una reale riforma della giustizia sportiva, che dovrebbe anzitutto accertare e pesare le responsabilità? I magistrati della Procura di Napoli hanno escluso qualsiasi coinvolgimento di Cannavaro, di Grava e del Napoli nella combine tentata da Gianello, però i giudici della Disciplinare non ne tengono conto. E davanti ai provvedimenti in arrivo da Roma la rabbia lascerà il posto al silenzio. Degli innocenti, naturalmente.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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