Crederci: e poi «combattere» obbedendo al sistema, al codice-Mazzarri che stavolta resta occultato e segretato, tappando gli spifferi e sbarrando qualsiasi via d’uscita, in una vigilia ch’è densa di pathos e di rabbia, d’ira e di rabbia che implode. « Non do indicazioni, nessuna, perché voglio pensarci bene sino a quando scenderemo in campo. E poi a me non piace perdere: figuratevi un po’ cosa avverto adesso, che corriamo il rischio di essere eliminati. Ma siamo venuti qua per fare il miracolo, per tentare qualcosa di straordinario ».
LE SFIDE – La palla (avvelenata) è già al centro del campo e tra i pensieri sparsi d’un mercoledì gelido, s’aggrovigliano difese a tre e ballottaggi da denudare, il Viktoria Plzen e l’Udinese, l’Europa League e la rincorsa alla Juventus, l’ego sconfitto e l’orgoglio da ritrovare: « Mi ha dato noia la sconfitta e me ne dà di più questo pericolo, che vorremmo scongiurare. Siamo convinti di poter dare dimostrazione della nostra consistenza, facendo l’esatto contrario di quanto esibito nella gara d’andata: lì, però giova ricordarlo, ci siamo fatti del male da soli, con una serie di errori; e poi, nella ripresa, quando abbiamo costruito una serie di palle-gol, non siamo stati capaci di segnare. Ecco, stavolta spero che si concretizzi quanto creato».
ALL’ATTACCO! – Per il miracolo bisognerà attrezzarsi: scovando le energie nascoste, inventandosi una rimonta più unica che rara, scuotendosi, e però affidandosi pure agli dei, evocati da una panchina nella quale Mazzarri trascinerà con sé una settimana intera di brucianti sensazioni. « Non torno sul calendario, perché tanto ho detto: ma una cosa deve essere chiara, se dovessimo tornare ad esempio in Champions, che certi scompensi si creeranno sempre. E dunque è inevitabile che io pensi all’impresa ma anche alla gara di lunedì: sono valutazioni inevitabili, ma ai ragazzi dirò di tentare il tutto per tutto. Non chiedetemi in che modo, perché ricette magiche in presenza di uno 0-3 non ne esistono: ma attaccando, ovviamente; giocando come sappiamo, e però senza concedere nulla. All’andata abbiamo fatto un danno enorme a noi stessi, però abbiamo le forze per vivere emozioni intense ».
NO, MAESTRO: NO – La dieci giorni che vale l’Europa League (compromessa) e che poi introduce all’immensità del verdebiancorosso (guai pronunciarlo) è carico di stress, di contaminazioni verbali, di una «bacchettata» arrivata da Ulivieri, il «maestro» che ha ricordato all’allievo l’obbligo di presentarsi al corso di aggiornamento (indispensabile) disertato lunedì scorso.
Mazzarri risponde, spiega e precisa: « Ma Ulivieri sa bene che io ci sono andato quando ho potuto e stavolta, invece, ero a letto con la febbre, tant’è vero che non sono stato neppure a Castelvolturno. E aggiungo: metteteci che, volendo, avevo pure la partita di Europa League da preparare. Mica mi posso uccidere, se sono ammalato! Semmai il problema lo creano gli altri, quelli che non si presentano pur non avendo impedimenti ».
FREUD – La terapia sarebbe un lettino sul quale accomodarsi per lasciarsi andare con la strategia: ma è Viktoria Plzen 3, Napoli 0, e c’è appena un’ora e mezza per liberarsi di quel fardello psicologico. E non solo: « Dobbiamo essere noi a fare la partita. Dobbiamo metterli in difficoltà. Dobbiamo partire con il piede giusto e sperare che stavolta gli episodi siano dalla nostra parte. Dobbiamo evitare errori in fase difensiva e sotto porta. Ci mancherà Hamsik, lo avrei voluto qua con noi: ma la sua vicenda non ha lasciato strascichi, queste sono questioni di criminalità. Se vogliamo sdrammatizzare: lui c’era abituato ».
E il Napoli che riparte da meno tre e non conosce l’effetto che fa.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.