La palla che scivola leggera, dolcissima, invitante e provocatoria è lì: e in quell’istante che separa la gioia più sfrenata dalla delusione più controllata, la fantasia ha il tempo necessario per galoppare veloce. Da Lavezzi a Cavani e dall’illusione alla realtà: i sogni muoiono quasi sempre all’alba, ma talvolta può succedere anche al tramonto. E sciogliersi così, come un fiocco di neve sulle lenti di Mazzarri.
Mazzarri, la domanda è inevitabile: punto guadagnato o due persi?
«Vista la caratura dell’avversario, la sua capacità di far male anche in inferiorità numerica, va bene lo stesso. Certo, ti ritrovi in undici contro dieci, la tentazione ti viene».
Ci ha provato: dentro Lavezzi.
«Ho osato, perché vedevo che si poteva fare. Però non potevamo neanche esagerare: di fronte a noi avevamo il Milan. E a me una volta è successo di vincere una partita mentre ero in nove. Ma ci abbiamo provato, io della prova dei ragazzi sono contento».
Il Napoli le è piaciuto?
«Per quello che si poteva fare, valutando tutta la serie di partite che abbiamo, certo che sì. Ma non voglio eccedere: a me i ragazzi hanno offerto ottime sensazioni, dal punto di vista tattico siamo stati bravi. Io del loro comportamento non mi posso lamentare, nell’ultimo mese abbiamo sbagliato solo venti minuti a Genova e ci sono costati la partita. Con il Cesena ce l’avevamo fatta. E stavolta, ricordo, abbiamo giocato a san Siro, contro il Milan».
Grandi con le grandi, insomma.
«E’ l’atteggiamento che va sottolineato, poi è chiaro che, ripensando a mezzora circa con l’uomo in più, ti possa venire con qualche rimpianto. Avevamo avuto pure un’occasione d’oro, perché quel pallone lì Cavani nove volte su dieci lo mette dentro. Ma la stanchezza per le tante partite toglie lucidità e non mi sembra il caso di prendersela più di tanto».
Non il miglior Lavezzi…
«L’infortunio ce lo ha tolto nel momento migliore, quando era in forma straordinaria. Poi, aveva appena ripreso e si è dovuto fermare. Queste gare, vi sembrerà strano, gli serviranno per allenamento. E quando ritroverà se stesso, quando sarà in grado di darci l’aiuto che in genere offre, allora ne trarremo giovamento. Il Pocho è il primo a sapere che può dare di più».
Ha già il Siena davanti agli occhi?
«E’ una finale, quella. Giochiamo su un campo difficile, contro un’avversaria che già in campionato è stata in grado di cogliere il pari: non sarà semplice, ma noi intendiamo andare avanti. Affronteremo i bianconeri con umiltà ma anche con il desiderio di passare. Sarà fatica che si aggiungerà alla fatica, ma va bene così».
Inler è un piccolo caso?
«Per me, no. Perché è stato in campo per un periodo lunghissimo, tra il Napoli e la sua Nazionale non ha fatto in tempo a rifiatare. Gli è toccato un turno di riposo: ho un organico che mi permette la rotazione».
Cosa vi è mancato, Mazzarri?
«Semplicemente l’ultima zampata, perché qualcosa abbiamo prodotto. Non come al solito, vero: ma siamo andati ad un niente dal gol… L’espulsione di Ibra? So che la tensione può giocare brutti scherzi, finiamola qui».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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