Ha vinto quasi la metà delle partite con il Napoli. In 141 gare, dal 18 ottobre 2009 (2-1 sul Bologna) a mercoledì scorso (3-0 sulla Lazio), Mazzarri ha conquistato 68 vittorie tra campionato, coppe nazionali e coppe europee. Percentuale del 48,2, mai raggiunta dal tecnico nelle stagioni precedenti della sua carriera, cominciata dieci anni fa ad Acireale, in serie C2. Il picco più alto di vittorie, prima di Napoli, raggiunto a Livorno nella stagione 2003-2004, quella della promozione con i bomber Lucarelli e Protti: percentuale del 42,5. Alla Reggina, in tre anni di serie A, più pareggi (37) che vittorie (33). Poi Napoli, con la vittoria della Coppa Italia 2012 e le tre consecutive qualificazioni alle coppe europee (nel 2010 attraverso il passaggio del preliminare di Europa League contro gli svedesi dell’Elfsborg, eliminati grazie ai primi due gol di Cavani).
Nel primo campionato con gli azzurri, cominciato dall’ottava giornata sostituendo Donadoni, lo stesso numero di vittorie e pareggi: 13. Nel torneo successivo 21 vittorie (contro 7 pari e 10 sconfitte), decisive per riportare la squadra in Champions League a ventun anni dall’ultima qualificazione conquistata dal Napoli di Maradona, campione d’Italia nel ’90. L’esperienza in Champions sottolineata da tre vittorie. Quelle al San Paolo contro il Manchester City e il Chelsea, le squadre che avrebbero poi conquistato la Premier League e la Champions, e il 2-0 a Vilarreal nell’ultimo match del girone eliminatorio, decisivo per accedere agli ottavi. Tra i 68 successi sulla panchina azzurra il più prestigioso è stato il 2-0 sulla Juve nella finale di Coppa Italia, giocata il 20 maggio all’Olimpico. Il primo trofeo della carriera di Mazzarri dopo una serie di risultati che il tecnico ricorda con orgoglio, dalla salvezza dell’Acireale alla promozione del Livorno, dai tre anni di A con la Reggina alla qualificazione in Europa con la Samp. «Sono anche orgoglioso di non essere stato mai esonerato». E soltanto due volte si è seduto su una panchina a stagione già iniziata: è accaduto ad Acireale nel 2001 ed a Napoli nel 2009, quando De Laurentiis gli affidò la panchina e la supervisione tecnica dopo la rottura con Marino e Donadoni. Bravo a sfruttare le ripartenze e a far elevare il potenziale degli attaccanti, Walter ha compiuto un ottimo lavoro a Napoli su Cavani, diventato punta vertice e bomber di caratura mondiale, ma anche su Lavezzi (mai tanti gol), Hamsik e Pandev (sempre più incisivi). E adesso completerà l’opera con Insigne, per due anni allievo nella scuola di Zeman. La percentuale di vittorie di Mazzarri è destinata a crescere nei prossimi mesi, tra campionato ed Europa League, aspettando l’inizio della Coppa Italia. L’ultimo dei 68 successi, il travolgente 3-0 sulla Lazio, ha consentito al tecnico di raggiungere al primo posto in classifica la Juve. Lo storico duello che si è riproposto nella finale di Coppa Italia a Roma e nel match per l’assegnazione della Supercoppa a Pechino, accompagnato da durissime polemiche per l’arbitraggio di Mazzoleni e per la decisione del Napoli di non partecipare alla cerimonia di premiazione.
La sfida per lo scudetto è stata lanciata quella notte e va avanti anche se l’allenatore non l’ammetterà mai: mercoledì sera pensava già alla Samp e a quel campo di Marassi che conosce bene, così stretto e insidioso, «dove gli avversari vanno in difficoltà se non sono concentrati e non partono con il piede giusto». Ma lui ha fame di altre vittorie, crescerebbe così la percentuale di successi per il tecnico, che potrebbe avvicinarsi ai numeri di Allegri con il Milan (55% di vittorie) e di Conte con la Juve (60,4%: imbattuto dalla prima giornata del campionato 2011-2012). Lontano resta Mourinho (75,6% con il Real), ma lui è lo Special one e guida i Galacticos.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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