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Mazzarri: Champions e contratto

Centrare il secondo posto darebbe motivazione enormi al tecnico di rimanere sulla panchina azzurra

Come Quinto Fabio Massimo, valentissimo console e generale romano: cunctator. Il temporeggiatore Walter Mazzarri guarda al futuro con una certa calma apparente. Prendendo tempo, per l’appunto, ma con l’avallo del presidente: non ha ancora deciso se proseguire l’esperienza sulla panchina del Napoli dopo quattro stagioni, è una storia più che nota, ma lo è altrettanto che Aurelio De Laurentiis in persona gli sta concedendo l’agio – a tempo determinato – di scegliere. Perché? Semplice. E’ su di lui, fortissimamente su di lui che punta per il futuro: per vincere, continuare a valorizzare il patrimonio azzurro, rinforzare la squadra e coronare un ciclo già entusiasmante. Una certa calma, dicevamo, ma anche il sangue molto freddo: quello che Mazzarri deve farsi scorrere costantemente nelle vene per riuscire ad aprire la porta principale della Champions. E per sbatterla in faccia al Milan che incalza, certamente. La fase a gruppi, la fase dorata della regina delle coppe d’Europa, è un risultato imprescindibile per la costruzione del Napoli che verrà. Ed è anche un elemento strettamente connesso alla decisione del tecnico che ha fatto sognare un popolo. E un presidente.

IL DUELLO – E allora, futuro parte prima: l’elite europea, quella delle notti magiche che neanche il Mondiale ’90, per i napoletani. Elite, Olimpo, e dunque la qualificazione diretta. Come nel 2011. Con la Juve in fuga, lanciata dalle troppe occasioni sciupate dagli azzurri, l’obiettivo primario della squadra di Mazzarri è diventato il secondo posto. Il pass per i Champions gironi e il trampolino per il carpiato nella piscina del prestigio e dei milioni: introiti internazionali da investire anche in campioni. Un risultato che il Napoli merita, per essere stato sin da agosto l’unico in grado di complicare i piani dei campioni d’Italia, e che Mazzarri insegue gestendo più d’un problemino di sorta. Il duello con il Milan di un Balotelli sicuro del sorpasso è già nel vivo.

SFIDE CLOU – Nove, le partite che separano dal traguardo: con Torino, Genoa (al San Paolo), Milan stesso, Cagliari (al San Paolo), Pescara, Inter (al San Paolo), Bologna, Siena (al San Paolo) e Roma. Calendario non proibitivo ma comunque molto insidioso, considerando i tormenti salvezza di Siena e Genoa, e la maratona verso le coppe delle milanesi e dei giallorossi di Andreazzoli. A questo punto, occhi fissi sulle tre settimane che, dopo la sosta, accompagneranno gli azzurri allo scontro diretto di San Siro del 14 aprile: le sfide con il Toro prima di Pasqua e il Genoa una settimana dopo sono cruciali, fondamentali, anche perché il Milan, dal canto suo, se la vedrà con il Chievo a Verona e poi con la Fiorentina in casa. Vietato sbagliare un virgola.

LA SERENITA’ – Mazzarri lo sa meglio di chiunque altro, ma la partita con l’Atalanta gli ha restituito sorriso, dati positivi e fiducia: ha ritrovato la vittoria, i gol di Cavani e Pandev e soprattutto la reazione finale di una squadra apparsa nuovamente viva e volitiva. Più serena. Anche dopo la visita, molto apprezzata dal gruppo, di De Laurentiis. Un presidente discreto ma presente: motivatore, al fianco della squadra e fiducioso.

PIENI POTERI – Sereno, come mai, è anche il rapporto con l’allenatore: De Laurentiis vuole puntare su Mazzarri, gliel’ha ribadito in privato e lo ha annunciato pubblicamente; gli ha prospettato un altro ciclo biennale, con importanti argomenti economici sia individuali sia collettivi, e poi gli ha garantito poteri ancora più ampi. Anche sul mercato. Il presidente vuole vincere con lui e lo aspetta. Non all’infinito, certo, perché un nuovo progetto tecnico non ammette ritardi e più prima che poi bisognerà dare una risposta, però lo aspetta. Una gratificazione conquistata sul campo, in quattro stagioni esaltanti sotto ogni punto di vista che Mazzarri ha diretto con la bacchetta del direttore d’orchestra e a volte del mago. La sensazione è che il prossimo mese sarà quello decisivo. La penna che scriverà un autografo (su un contratto) o la parola fine in calce al libro azzurro. E in mezzo, la corsa Champions. Il risultato che, tutto sommato, è importante quanto la trattativa. O forse più.

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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