Errare humanum est: e però stavolta, per non chiudersi il portone dell’Europa (League) in faccia, è vietato perseverare. Dentro o fuori: e la verità, (quasi) tutta la verità è in quell’ora e mezza da vivere senza paura e senza macchie, per lasciarsi alle spalle l’ottobre nerissimo, per vedere uno spiraglio in fondo a Napoli-Dnipro.
Mazzarri, cosa succede?
«Nulla che possa preoccuparmi. E’ un momento che ci gira così: ma io da allenatore mi ritengo soddisfatto, perché le prestazioni le abbiamo offerto. Poi ci sta un incidente che ti toglie due punti e la sfortuna di Bergamo che ci nega il pareggio, ma il calcio è questo».
Non c’è il rischio che la squadra abbia perso certezze?
«A me il Napoli ha offerto altre sensazioni: il secondo tempo con l’Atalanta è stato un assedio e contro il Torino abbiamo fatto quello che si deve contro una squadra complessa, che ha una costruzione anomala, perché ha il portiere in più che palleggia e dunque vanifica il pressing. Siamo vittime degli episodi: ne ho sentite tante, tra cui un presunto problema mentale. Ma noi siamo vivi».
Un’altra impressione: la «dipendenza» da Cavani.
«Che è il nostro finalizzatore principale, ma ciò non significa che altri non siano in grado di farlo: Pandev migliorerà, Insigne diventerà protagonista, Vargas ha segnato una tripletta all’Aik. I risultati a volte deformano la realtà, perché contro l’Atalanta, nella ripresa. il gioco è stato in linea con quello prodotto dal mio Napoli. Pure l’anno scorso abbiamo avuto gare storte, penso a quella con la Lazio: e avevamo pure Lavezzi all’epoca».
Stasera vi giocate praticamente l’Europa League.
«Lo faremo a modo nostro, vogliamo essere attenti e agonisticamente cattivi. Bisogna sfondare la palla, essere concreti. E poi speriamo che la ruota giri un po’ dalla nostra parte. Perché con il Torino noi avevamo vinto e se fosse finita così, ora staremmo parlando d’altro. Ma è capitato un incidente: nella passata stagione una cosa simile è capitata a Buffon. Io ripenso spesso alla gara con la Fiorentina o a quella con la Sampdoria: non fummo brillanti, in quelle circostanze, ma portammo a casa il risultato. E si parlò di Napoli maturo. In campionato abbiamo sette punti in più rispetto all’ultimo torneo: vorrei vedere se fossimo con sette punti in meno e la possibilità di qualificarci a portata di mano, quali sarebbero le reazioni».
Un’altra espulsione, per lei.
«Fino al termine del campionato non parlerò dei miei rapporti con gli arbitri».
Squadra fatta, con turn-over imponente.
«Gioca Cavani in attacco, al fianco di Vargas. Gioca Aronica in difesa. Poi deciderò. Ma chi andrà in campo tenterà di ottenere il massimo. Vogliamo fare una grande gara. In estate abbiamo fatto delle scelte, è impossibile ottenere tutto ed essere sempre concentrati a mille, ma ci teniamo a far bella figura. Chiediamo ai tifosi di starci vicino, fino al fischio finale: poi, se non saranno soddisfatti, potranno anche fischiarci».
Una domanda personale le è dovuta: come sta?
«Sto molto bene. Penso che pure per un personaggio pubblico debba esserci uno spazio privato. E sull’attenzione della gente, sull’interesse nei miei confronti, non ho mai avuto dubbi: il loro affetto mi fa piacere, ma io so da sempre quanto mi stimino. Il rapporto è solido da sempre».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
