Verratti fa discutere il Napoli. Da una parte De Laurentiis che spinge per convincere il talento del Pescara a tornare sui suoi passi, dall’altra parte Mazzarri che fa capire che non si strapperà i capelli se non dovesse ritrovarsi il centrocampista biancazzurro tra i convocati nel ritiro di Dimaro. «Se ha rifiutato? Non lo posso sapere quello che ha detto… so che Bigon e De Laurentiis stanno provando a prenderlo anche se magari quest’anno sarebbe meglio lasciarlo al Pescara. È giovane, potrebbe essere un investimento per il futuro. È vero che è bravo, ma ha fatto un solo anno di serie B… insomma vedremo». Non c’era bisogno della confessione del tecnico di San Vincenzo ai microfoni di Radiodue e del programma condotto da Piero Chiambretti, «Chiambrettopoli» per comprendere che l’idea Verratti (che, in realtà, vuole la Juventus) non crea entusiasmo nei sogni immediati di Walter Mazzarri. Anche se pure nei piani di De Laurentiis ci sarebbe quello di lasciare a Pescara Verratti ancora un anno. Solo che l’allenatore partenopeo impigherebbe il prezioso budget a disposizione del Napoli ben diversamente.
Si sa, infatti, cosa vuole l’allenatore del Napoli: giocatori con esperienza, ben strutturati fisicamente, che non hanno bisogno di eccessivi insegnamenti tattici per inserirsi nell’organico. Nel Napoli della prossima stagione, infatti, Mazzarri dovrà già fare i conti con gli inserimenti dei baby Vargas e Insigne.
In questi strani giorni di allusioni e di riferimenti strozzati a questa e quella trattativa, Mazzarri comunque sembra molto sereno. «Se Pandev può sostituire il Pocho? A un allenatore non può non dispiacere quando uno come Lavezzi va via. L’anno scorso c’erano sia il Pocho che Pandev. Se a Pandev viene data fiducia è un ottimo giocatore, non è Lavezzi come caratteristiche ma ogni volta che è subentrato ha fatto il proprio dovere. Come contro la Juve, per esempio. Quello che importa è che stia bene fisicamente». Insomma, la certezza di Mazzarri è anche il manifesto che contiene l’essenza della strategia del Napoli. E quindi non cade nella trappola di Pierino la peste: «Giovinco, Matri e 20 milioni per Cavani? Avevamo detto che non parlavo di mercato, lo farò il giorni del raduno», dice cortese ma piombando nel silenzio.
Indifferente al fatto che fino ad adesso di rinforzi veri non ne ha visti ancora – non non c’è fretta, ci sono ancora due mesi per fare affari – il tecnico prova a coccolarsi i giocatori dello zoccolo duro, i suoi campioni di longevità aziendale e anagrafica. E tanti saluti, al momento, alle mirabolanti operazioni di mercato che ancora non ci sono state. «Maggio non sta deludendo in questo Europeo, ogni volta che è stato chiamato da Prandelli ha giocato bene – racconta ancora Mazzarri – Non era abituato a fare 51 partite come ha fatto quest’anno: ha lottato fino alla fine finale della campionato. Magari si può capire che la lucidità di Christian non sia al massimo. Ma è normale». Avrebbe bisogno di tirare il fiato, il povero Maggio. Non lo dice, ma Mazzarri chiederebbe volentieri a Prandelli di mandarlo già in vacanza.
Mazzarri chiarisce che «lui i contratti li rispetta, perché quando si firma è giusto che sia così». E quindi se la ride quando Chiambretti gli ricorda in maniera entusiastica (il conduttore è tifoso del Torino) il suo no alla Juventus lo scorso anno: «Anche se non è andata proprio così…io non ho mai pensato di lasciare Napoli», glissa l’allenatore toscano. Ringrazia Prandelli per aver «vendicato» l’eliminazione del Napoli da parte del Chelsea. «È una Nazionale che mi piace, che cerca il gioco, cerca lo spettacolo prima ancora del risultato. Come facciamo noi a Napoli. Poi il gol è anche una questione di fortuna: con l’Inghilterra, l’Italia si è qualificata ai rigori, ma dopo aver dominato. Come è successo a noi contro il Chelsea. Non meritavamo di uscire». Infine una stoccata generale. «Ora tutti salgono sul carro dei vincitori. Noi che facciamo questo mestiere lo constatiamo sempre, prima le critiche e poi bastano due partite e poi tutti a cambiare idea».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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