Secondo obiettivo stagionale centrato, Napoli ai quarti di coppa Italia dopo la qualificazione agli ottavi di Champions. Però Mazzarri non è apparso soddisfatto negli spogliatoi del San Paolo dopo il 2-1 contro il Cesena, conquistato grazie alla prodezza nel finale di Pandev su punizione.
«Meno male che è cominciata male e non è finita peggio… È una battuta, certo».
L’unica che il tecnico si è concesso in sala interviste. Ha adoperato toni forti, passando dall’autocritica per aver schierato Vargas dopo neanche una settimana di allenamenti alle critiche per i giocatori, in particolare quelli più utilizzati, i titolarissimi apparsi sotto tono nel primo tempo contro il Cesena. Il tecnico ha comunque fatto soprattutto mea culpa sull’impiego del giovane cileno, sostituito dopo 45′ e un clamoroso errore, quello che ha consentito a Popescu di portare il Cesena in vantaggio.
«Ho sbagliato. Preso dall’entusiasmo generale, tutti volevano vedere Vargas in campo a pochi giorni dal suo arrivo, l’ho schierato troppo presto. I calciatori vanno inseriti nel modo giusto, bisogna avere confidenza con i compagni. Conosco il calcio da 33 anni, sono partito da sotto zero e ho fatto crescere tanti giovani. Una sciocchezza simile non dovrò ripeterla. Ho mandato Vargas in campo senza essere sicuro che sapesse come muoversi. Lui è un calciatore forte, la società ha compiuto un investimento importante, però va fatto crescere e non lanciato allo sbaraglio come ho fatto io contro il Cesena. Era troppo presto per mandarlo in campo: sarebbe stato più opportuno inserirlo a una ventina di minuti dalla fine».
Dall’autocritica alla critica per gli azzurri, sottolineando però contemporaneamente la convincente prestazione di Rosati, Britos e Donadel, al debutto stagionale ieri sera.
«Serve paura, la giusta paura, per affrontare le squadre in Italia. I miei giocatori stavolta non erano aggressivi, non vincevano i contrasti nel primo tempo. La partita giocata contro il Cesena mi ricorderà di non dover mai scherzare con questa professione, soprattutto con una squadra giovane che è suscettibile di umore. Devo essere un martello, mi rimprovero di non aver trasmesso la giusta tensione nell’allenamento di rifinitura. Stavolta i calciatori titolari sono entrati in campo in un certo modo. Ho sbagliato io, c’è stato un approccio superficiale. Siamo stati bravi e fortunati a superare il turno: l’unica nota positiva della serata. Su questa partita dovrò parlare molto, mi confronterò con i giocatori già alla ripresa degli allenamenti: bisogna preparare tutti i match come una finale, con grande fame e grande adrenalina. Le partite non si possono prendere alla leggera perché si rischiano delusioni forti. Sono finali, sempre. E concentriamoci sulla prossima, la partita contro il Bologna»,
ha sottolineato ancora l’allenatore azzurro. Alla fine si è dichiarato contento soltanto per «la prova di quelli che finora hanno giocato meno, ma non posso dire altrettanto per i calciatori più utilizzati» e per Pandev,
«è davvero un grande calciatore e si è integrato alla grande, su di lui del resto non c’erano dubbi: non a caso sta crescendo sempre di più».
A proposito poi della scelta dell’avvocato Bozzo, manager di Cassano, come suo procuratore il tecnico del Napoli ha detto:
«Non deve interessare a nessuno se io prendo un avvocato. Sono cose private, non devo dire con chi parlo o altro. Il mio stipendio esce sui giornali, ma io non conosco il 740 dei giornalisti».
Infine un riferimento al caso della settimana, il video che ha coinvolto il portiere De Sanctis:
«Basta con questa storia, siamo arrivati all’assurdo: stiamo parlando di un super professionista. Io comunque parlo e parlerò sempre e soltanto di calcio».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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