E’ stanco, Mazzarri. L’ultima mezz’ora della sfida con il Siena è stata stressante e gli ha lasciato segni evidenti. Ma occultata sotto la tensione, c’è la soddisfazione: «Poco più di due anni fa questa squadra era sestultima in classifica. In breve tempo ha fatto cose straordinarie, ha conquistato il diritto, per il terzo anno consecutivo, a giocare in Europa». Perché la finale di Coppa Italia aprirà comunque le porte di una competizione continentale: «Sono contento per il fatto che dopo tanti anni il Napoli sia arrivato alla finale della Coppa Italia». Lui quella finale l’ha già giocata: sedeva sulla panchina della Samp. «Fu una serata entusiasmante, uno stadio bellissimo. Perdemmo solo per un rigore» . Sarà una Grande finale, quasi un tuffo nel passato: da un lato la Juventus dall’altro il Napoli, due squadre che hanno ritrovato la grandezza temporaneamente smarrita e che cercano il primo successo per mettersi definitivamente alle spalle anni incolori o, addirittura, amari.
PAURA – Non è stata una semifinale semplice. Mazzarri ha avuto paura, paura di non farcela, paura di fermarsi a un passo dal traguardo. Semplice il motivo: le gambe che non reggono più, i muscoli che si sono afflosciati sotto il peso di troppi, ravvicinati impegni: «Cosa è successo nella ripresa? E’ successo che la benzina è finita. Anzi, è finita prima dell’inizio del secondo tempo, molto prima. L’adrenalina ci ha tenuto su all’inizio e ci ha consentito di fare un pezzo del primo tempo come voglio io». Lì la sfida è stata decisa: due gol e situazione ribaltata rispetto alla gara di andata. Però il Napoli ha rischiato grosso: «Nel calcio moderno se non c’è l’energia le differenze si annullano. Solo la generosità di questo grande gruppo ci ha consentito di arrivare sino alla fine». Il bilancio della “battaglia” però non è confortante: «Purtroppo per la finale non avrò Gargano, ed è una grave perdita. Per molto tempo non potrò utilizzare Maggio, un giocatore nella nostra organizzazione di gioco fondamentale». Ribadisce: «Non so cosa sarebbe potuto accadere se fossimo andati ai supplementari. Non eravamo più lucidi, Lavezzi e Hamsik hanno sbagliato due rigori in movimento proprio per questo. Ci era successo anche col Chelsea e a questi livelli non ti puoi permettere di sbagliare occasioni simili».
RIGENERARE – Si torna al campionato e all’obiettivo del terzo posto. Mazzarri ha una certezza: «Se fossimo rimasti in Champions, avremmo perso altri punti in campionato». Ciò non toglie che adesso la situazione sia di emergenza: «Non sono riuscito nemmeno a gioire per questa finale perché un minuto dopo il fischio di Valeri già stavo pensando al Catania» . Un brutto cliente: «Ci capita sempre nel momento peggiore, anche all’andata lo affrontammo in un momento complicato, avevamo tanti infortunati» . Ora il nemico da sconfiggere è la stanchezza: «Vediamo cosa riusciremo a fare in due giorni, bisognerà rimetterci un po’ in sesto». Poi le cose potrebbero cambiare: «Potrò lavorare tutta la settimana e questa squadra può giocarsela con tutti quando dispone del giusto quantitativo di energie». Ma con il Catania non sarà così: «Loro arriveranno freschi e riposati, noi invece avremo una autonomia ridotta. Vediamo di fare un piccolo miracolo. Ci vorrà un grande Napoli». Alla finale penserà dopo: «Sarà un momento stupendo e a Roma ci accompagnerà mezza Napoli».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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