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Mazzarri: “A me basta che il Napoli torni feroce”

Il mister azzurro: "Dopo Catania, mi aspetto un pronto riscatto"

Mazzarri, cos’aspetta un tecnico dopo una gara come quella di Catania?
«Parlo di me: e il sottoscritto ha chiesto semplicemente di rivedere il proprio Napoli. Quello che conosco bene. Quello che non molla mai. Il mio Napoli, insomma».

Che lei cambierà…
«Poco, non più di tanto. Un paio di uomini, penso. Ma senza che nelle sostituzioni ci siano motivazioni particolari: sono stato calciatore in gioventù e so che una giornata storta può capitare ed a noi questo è successo. Anche se poi una analisi generale l’abbiamo fatta, senza limitazioni».

Dimenticare Catania, dunque.
«Reagendo a modo nostro. So che ho ragazzi che non hanno bisogno di alcuna raccomandazione. E poi giochiamo davanti ai nostri tifosi e andiamo ad affrontare anche una delle migliori squadre del campionato italiano: gli stimoli non ci mancheranno. La Lazio è un top club, ha un organico di sicurissimo valore; è reduce da una sconfitta e vorrà riscattarsi; ha i mezzi per farlo perché, come noi, ha una struttura solida e anche molto collaudata». 

Cosa altro dirà al Napoli, dopo il discorsetto di lunedì?
«Che bisogna pensare in positivo. E’ vero che abbiamo pareggiato in superiorità numerica per una gara intera, però s’è preso un punto: guardiamo l’altra faccia della medaglia ed accontentiamoci. Ci sono dettagli che non vanno dimenticati: si è giocato su un campo difficile, con un caldo pazzesco e un avversario che ha moltiplicato le proprie energie dopo l’espulsione del primo minuto. Sia chiaro un particolare: a me la prestazione non è piaciuta ed anche se avessimo vinto non sarei stato soddisfatto. Siamo abbastanza grandi per poter guardare con disincanto la verità del rettangolo di gioco. Però non la faccio drammatica». 

Serve un approccio diverso stasera.
«Nel calcio moderno, per stare al vertice, è indispensabile che ritmo e concentrazione siano feroci. Il Napoli ha tempi di gioco immediati, che a Catania non sono stati mostrati. Bisogna crescere, maturare: è sulla mentalità che dobbiamo intervenire. Però altre volte abbiamo dato ampia dimostrazione di noi, delle nostre forze, della capacità».

Quando gli altri si chiudono voi andate in difficoltà.
«C’è capitato spesso di trovare difese arroccate, ma siamo sempre riusciti a segnare. La differenza, domenica, l’ha fatta l’atteggiamento. Prima del match con il Catania, avevamo segnato quattordici reti in cinque partite: vuol dire che talune caratteristiche le abbiamo dentro. Non siamo stati bravi a tirarle fuori, ma è acqua passata».

Inler fuori: è un indizio? 

«No, perché ha pesato l’ammonizione nella valutazione. Poteva uscire, volendo, anche Dzemaili. E avevo pensato anche di sostituire Zuniga, che però non era andato peggio di altri: aveva un problema alla caviglia, che ancora oggi induce a riflettere, ma mi è sembrato che potesse resistere. Ho ragionato seguendo i parametri che suggeriva la sfida e il cartellino giallo ha inciso».

Una giornata paradossale.
«Ma certo, perché il turn over con l’Aik invece di far riposare ha finito per sottrare intensità. Evidentemente sentiamo la necessità di giocare, ci sono calciatori che hanno risentito dello stop precedente. Ma ora è il momento di guardare avanti, di concentrarsi sulla Lazio».

Nonostante tutto, Chiellini vi elogia.
«Sono contento, perché i complimenti arrivano da un fuoriclasse. E se ripenso che a ritenerci una anti-Juve siano pure Pirlo e Buffon, allora possiamo ritenerci orgogliosi. Io ho grande stima di Chiellini, che ho fatto debuttare, e sono felice che vengano riconosciuti alla mia squadra, da chi sa di calcio ed è personaggio di spessore, i nostri meriti. Ma adesso servono i punti». 

Che voi inseguirete con i tre tenori?
«Non c’è dubbio, partiranno titolari. Ma io sui singoli non amo soffermarmi, penso sempre alla coralità della manovra, al gruppo nella sua intierezza. Sarà un’altra sfida complicata e questo mi sembra abbastanza ovvio: stavolta ci servirà l’apporto degli esterni: a Maggio ha fatto male non esserci con l’Aik. La tentazione di qualche avvicendamento sulle fasce ce l’ho, ma probabile che ciò accada a Genova. Ho ancora un po’ di tempo per fare le mie valutazioni e fino a quando non s’arriverà al San Paolo mi riserverò di rimuovere le ultime perplessità. Ma chiunque vada in campo, saprà come comportarsi».

La crisi è altrove, dunque…
«Un pareggio a Catania non rappresenta sintomo di crisi. E’ stata una domenica particolare. Ma spero di non rivedere quel Napoli, né quello che ha sprecato un tempo con la Fiorentina. La partenza di Milan e Inter conferma un concetto: il campionato è equilibrato. Per spezzare questa incertezza, bisogna contrapporsi con decisione agli avversari: e noi questo non abbiamo fatto al Cibali. Ma so di che pasta sono fatti i miei…». 

Napoli o Lazio, chi farà la partita?
«Si sfidano due avversarie che sono state costruite nel tempo e che da anni stanno lottando al vertice. Sarà una gara bella da vedere, tatticamente. Giochiamo contro quello che ritengo uno dei migliori centrocampo in circolazione, bravi nel palleggio, nel tener palla. Servirà il miglior Napoli, servirà il mio Napoli». 

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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