Ma stavolta è invece tutto annunciato, sussurrato da un turn-over che sa d’inevitabile strategia per scaricare l’acido lattico ed alleggerire la testa, per tener presente che il primo pensiero va al campionato: e fa niente se poi bisogna provare ad abbassare l’asticella, a ridimensionare le attese popolari, per non trasformare l’ansia da risultato in effetto boomerang. Genova, per lui, è già un’altra storia e pure un altro Napoli, in sintesi il suo Napoli, quello rappresentato dai titolarissimi, gli undici (a parte Dossena) che in questo scorcio di campionato hanno messo assieme il più elevato minutaggio.
REVOLUTION – Tanto, si sa, sapendo andare a leggere nelle idee sparse e nelle statistiche, nelle abitudini e nelle convinzioni nelle formazioni, insomma: la porta è di De Sanctis e la linea difensiva a protezione del portiere, da destra a sinistra, prevede Campagnaro, Cannavaro e Gamberini, divenuto di fatto un pilastro, reduce (di recente) da cinque partite su cinque, nel suo piccolo un primato, e ritemprato dalla sosta guadagnata contro il Dnipro.
STRAORDINARI – Chi deve inventarsi una domenica da stakanovista è Andrea Dossena, l’esterno sinistro rilanciato dall’infortunio di Zuniga, un po’ arrugginito tra Bergamo e il Torino, assai più tonico con gli ucraini e anche sfortunato assai: un colpo di testa fuori d’un capello, un tap in volante (e di destro) altro d’un palmo, a volte gli episodi possono cambiare un po’ l’umore e parecchio anche il destino, accrescendo le simpatie popolari e rimuovendo le perplessità e la diffidenza improvvisamente percepita.
RIECCOLI – A destra, e non ci sono dubbi, rispunta Christian Maggio, che ha dato, e quanto, in avvio e che giovedì è stato risparmiato per ricaricarsi a dovere, in quello che per un ex doriano è un derby. Il centrocampo subirà invece solo qualche ritocco: Inler provvederà alla fase di costruzione, mentre l’interdizione spetterà di diritto a Behrami, un altro al quale è stata offerta la possibilità di godere d’una pausa per rifiatare e ripartire a modo suo.
I TENORI – Il finale d’una partita che pareva ormai consegnata agli archivi ha aperto un (assai teorico) dibattito popolare, ispirato da un gesto tecnico sontuoso: il colpo di tacco con cui Insigne ha aperto per Hamsik, mettendolo in condizione di servire Cavani per il 3-2. Praticamente: un assist per l’assist. Ma gli spifferi di Castelvolturno spingono a credere che pure a Marassi non si vada incontro a decisioni clamorose: i tre tenori restano loro, e cioè Hamsik a danzare tra le linee, a garantire equilibrio in fase di non possesso e poi a fare o l’incursore o addirittura il terzo di destra; poi Pandev un po’ defilato e Cavani ovunque lui voglia.
STOP & GO – Il sabato, in genere, cadono gli ultimi veli, ma il Napoli che sta per mettersi in volo verso quel Marassi genoano ha un identikit preciso e le eventualità «novità» d’una vigilia avvolta nella normalità riguardano Camilo Zuniga, che è uscito contro il Chievo per risentimento muscolare e dopo aver saltato le gare con l’Atalanta, con il Torino e con il Dnipro, farà a meno anche del Genoa e comincerà a sperare di non dover disertare pure il match con il Milan. Ma con i muscoli non si scherza e rischiare non si può: il check up mattutino servirà almeno a lui per capire, perché gli altri undici già sanno.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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