La facilità con cui la Juventus è passata a Cagliari fa pensare che la squadra di Allegri sia in ottima forma e quella di Zeman proprio no. Quando i meriti dell’uno si mischiano ai demeriti dell’altro escono fuori partite come quelle del Sant’Elia, risolta dopo appena un quarto d’ora. Ma pur facilitati dall’atteggiamento assai poco zemaniano dei sardi, i campioni d’Italia hanno mostrato alcune ritrovate certezze. Lo stesso si può dire del Napoli, a sua volta favorito dalla precaria consistenza del Parma, ultimo in classifica e appesantito da una insostenibile crisi societaria. Sotto questo aspetto, le prossime sfidanti nella Supercoppa sono pari.
E pari lo erano anche nelle premesse. Prima della trasferta di Cagliari, la Juventus aveva messo insieme tre pareggi a fila, fra campionato e Champions League, segnando solo un gol con un terzino, Evra. Il Napoli veniva da un periodo ancora più critico, con tre pareggi e una brutta sconfitta a San Siro contro il Milan. Il 3-1 in Sardegna ha rimesso la Juve in linea di volo proprio come il Napoli dopo il 2-0 sul Parma.
In questo avvicinamento alla Supercoppa, resistono due differenze. La prima riguarda gli allenatori: Benitez ha fatto un po’ più di rotazione rispetto ad Allegri, ha tenuto fuori Higuain, Koulibaly e Jorginho (ammesso che la scelta del regista a Doha ricada sull’ex veronese), oltre ad Albiol che era squalificato. In pratica ha riposato la coppia centrale titolare della difesa. Il tecnico ardenzino, invece, ha lasciato in panchina solo Pogba, più per paura di una doppia ammonizione (a centrocampo erano diffidati sia il francese che Marchisio), che per un recupero fisico, mentre Bonucci non ha giocato per squalifica. Si può immaginare che tutti gli assenti di giovedì scorso saranno in campo lunedì in Qatar.
La seconda differenza sta nei marcatori. Allegri ha ritrovato tutti i soliti cannonieri: Tevez, Llorente e soprattutto Vidal, che alla Juve dà i gol… supplementari; Benitez, invece, ha sbloccato il risultato col Parma con una rete di Duvan Zapata, la quarta di questo campionato. Sono stati tutti gol pesanti con cui il colombiano ha risolto un bel po’ di problemi al Napoli: ha segnato nel 3-3 contro il Palermo, ha pareggiato a Genova contro la Samp con la sua squadra in dieci, ha riportato in partita il Napoli mentre stava perdendo 0-2 al San Paolo contro l’Empoli (finita poi 2-2), fino alla rete di giovedì scorso. Zapata è diventato una risorsa di spessore, un’alternativa che mancava al Napoli. Questi nuovi gol, però, non cancellano del tutto l’astinenza di Higuain che contro il Palermo ha giocato gli ultimi 20’ proprio al posto del colombiano e che non segna dal 23 novembre, 12a giornata, Napoli-Cagliari 3-3. Tevez fa gol (è arrivato a 10), il Pipita no (è fermo a 7). La Juve ha concluso il 2014 col primo posto, col record dei punti in un anno solare (95), col miglior attacco (34 gol: la Roma ne deve fare 6 al Milan per raggiungere i bianconeri) e la miglior difesa (6 reti subite, per ora 5 in meno della Roma) di questo campionato e con la qualificazione agli ottavi di Champions League. E’ in linea perfetta con le sue ambizioni e i suoi obiettivi. Il Napoli lo è un po’ meno, avendo perso per strada l’accesso ai gironi di Champions. In campionato, con l’ultima vittoria, è tornato al terzo posto, però Lazio, Sampdoria e Genoa, che hanno solo un punto in meno, devono ancora giocare.
La Supercoppa è diversamente importante per le due squadre. La Juve renderebbe più ricca la prima parte della stagione del suo nuovo allenatore, per il Napoli sarebbe uno scatto e un riscatto dopo un avvìo con tante contraddizioni. Allegri dice che non c’è avversaria peggiore del Napoli in uno scontro diretto. Può darsi che abbia ragione, in ogni caso a Doha ci sarà da divertirsi. Oggi il meglio del calcio italiano è rappresentato da Juve e Roma, ma il Napoli ha voglia di riprendersi un ruolo e la Supercoppa gli offre una buona occasione.
In questo avvicinamento alla Supercoppa, resistono due differenze. La prima riguarda gli allenatori: Benitez ha fatto un po’ più di rotazione rispetto ad Allegri, ha tenuto fuori Higuain, Koulibaly e Jorginho (ammesso che la scelta del regista a Doha ricada sull’ex veronese), oltre ad Albiol che era squalificato. In pratica ha riposato la coppia centrale titolare della difesa. Il tecnico ardenzino, invece, ha lasciato in panchina solo Pogba, più per paura di una doppia ammonizione (a centrocampo erano diffidati sia il francese che Marchisio), che per un recupero fisico, mentre Bonucci non ha giocato per squalifica. Si può immaginare che tutti gli assenti di giovedì scorso saranno in campo lunedì in Qatar.
La seconda differenza sta nei marcatori. Allegri ha ritrovato tutti i soliti cannonieri: Tevez, Llorente e soprattutto Vidal, che alla Juve dà i gol… supplementari; Benitez, invece, ha sbloccato il risultato col Parma con una rete di Duvan Zapata, la quarta di questo campionato. Sono stati tutti gol pesanti con cui il colombiano ha risolto un bel po’ di problemi al Napoli: ha segnato nel 3-3 contro il Palermo, ha pareggiato a Genova contro la Samp con la sua squadra in dieci, ha riportato in partita il Napoli mentre stava perdendo 0-2 al San Paolo contro l’Empoli (finita poi 2-2), fino alla rete di giovedì scorso. Zapata è diventato una risorsa di spessore, un’alternativa che mancava al Napoli. Questi nuovi gol, però, non cancellano del tutto l’astinenza di Higuain che contro il Palermo ha giocato gli ultimi 20’ proprio al posto del colombiano e che non segna dal 23 novembre, 12a giornata, Napoli-Cagliari 3-3. Tevez fa gol (è arrivato a 10), il Pipita no (è fermo a 7). La Juve ha concluso il 2014 col primo posto, col record dei punti in un anno solare (95), col miglior attacco (34 gol: la Roma ne deve fare 6 al Milan per raggiungere i bianconeri) e la miglior difesa (6 reti subite, per ora 5 in meno della Roma) di questo campionato e con la qualificazione agli ottavi di Champions League. E’ in linea perfetta con le sue ambizioni e i suoi obiettivi. Il Napoli lo è un po’ meno, avendo perso per strada l’accesso ai gironi di Champions. In campionato, con l’ultima vittoria, è tornato al terzo posto, però Lazio, Sampdoria e Genoa, che hanno solo un punto in meno, devono ancora giocare.
La Supercoppa è diversamente importante per le due squadre. La Juve renderebbe più ricca la prima parte della stagione del suo nuovo allenatore, per il Napoli sarebbe uno scatto e un riscatto dopo un avvìo con tante contraddizioni. Allegri dice che non c’è avversaria peggiore del Napoli in uno scontro diretto. Può darsi che abbia ragione, in ogni caso a Doha ci sarà da divertirsi. Oggi il meglio del calcio italiano è rappresentato da Juve e Roma, ma il Napoli ha voglia di riprendersi un ruolo e la Supercoppa gli offre una buona occasione.
Fonte: Il Corriere dello Sport
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