È nata molto lontano dall’Italia l’idea che in questi giorni si realizza del Giro 2013 in partenza da Napoli. «È sbocciata – racconta Mauro Vegni, direttore operativo del Giro dal 2004 – al freddo di Herning, in Danimarca, al via dell’edizione 2012, quando nell’entourage della corsa si cominciava a ragionare della ipotesi di un Giro a venire che avesse una trazione meridionale. Già, un Giro 2013 che privilegiasse il Sud, ma in una maniera più articolata, diciamo, più costruita, rispetto ad esempio al Giro che era partito nel 2008 dalla Sicilia. E in questa lettura, la candidatura di Napoli appariva ottimale, tanto in senso geografico quanto ovviamente di impatto culturale». A dare enfasi sentimentale, come è proprio della filosofia romantica della storia del Giro, c’era poi la ricorrenza del mezzo secolo tondo di distanza dalla prima ed unica «grand departure» della corsa rosa da Napoli, datata appunto 1963. «Ma è indiscutibile – ancora Vegni ne offre testimonianza – che a giocare definitivamente a favore di Napoli nella sua elezione a sede di partenza del Giro 2013, sia stata la consapevolezza di quanto universale fascino, in chiave turistico-pesaggistica, suggerisca appunto il suo nome».
E come per il Giro d’Italia fosse davvero infine giunto il tempo benedetto, l’ora canonica, di approdare convintamente sul Golfo. Con la coscienza che, per il Giro, Napoli avrebbe rappresentato una vetrina di glamour planetaria, un valore aggiunto senza confronto. «Sì, sarà uno spot azzurro per il ciclismo». La centralità di Napoli come sede di partenza, raggiunta con la convinta disponibilità del sindaco de Magistris e il suo feeling per i grandi eventi, si sarebbe abbinata nel disegno del Giro alla candidatura più volte avanzata, con infinita passione, da Ischia. E alla opzione cilentana, più recente, di Marina di Ascea. Prendeva corpo così un percorso profondamente campano, e di immensa spettacolarità. «Ci è parsa opportuna la scelta tecnica di far disputare a Napoli un circuito cittadino in linea, vissuto sul lungomare e sulla collina di Posillipo, permeando di ciclismo la città e rinunciando al consueto cronoprologo. E abbiamo invece affidato alle strade ischitane, l’indomani, una intrigante cronometro a squadre, rilevante già in prospettiva classifica», precisa Vegni. Messe a punto le prime due tappe, la terza frazione trovava in Sorrento, oasi prediletta per il ciclismo grazie ad un mentore come il patron Carmine Castellano, un incantevole luogo di partenza. «E da lì faremo poi rotta, attraverso la costiera amalfitana, verso la provincia di Salerno, il litorale del Cilento, fino al traguardo inedito di Marina di Ascea», conclude il direttore del Giro. E se questi sono i tasselli puntuali della ricostruzione di questa storia ciclistica 2013, è interessante notare che Napoli ha rappresentato una sorta di detonatore per la vocazione ciclistica delle località campane. «Sapesse quante richieste per il futuro abbiamo avuto…». Ma intanto il Giro d’Italia di oggi, 2013, invita tutti a non mancare, in mondovisione, pure la Cina collegata, a uno spettacolo ineguagliabile, per il 4 maggio. Sarà il «vernissage» impressionistico, con i colori del Sud, di un Giro appassionante. E ci viene quasi il dubbio, «mai dire mai ai sogni in rosa», che possa essere anche il preludio a un Giro 2014 perfetto. Quello con una conclusione, hai visto mai, a Napoli.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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