Smettere, per poi ricominciare. Ma forse quella di Mauro Esposito è stata soltanto un pausa. Con la moda nella testa, ma il pallone nel cuore. Da sempre. Una lunga carriera da attaccante veloce e versatile: un furetto dell’area di rigore. Ma anche tanta sfortuna. Come quelle occasioni mancate. La Roma, che lo prese ma che gli diede poco spazio, anche a causa di un infortunio. «La Roma è stata la mia grande opportunità – ha detto Esposito a gianlucadimarzio.com – fu bellissimo arrivare in una squadra di campioni, di cui molti sono ancora amici». Trovò difficoltà, frenato da un infortunio: quando tornò disponibile i meccanismi di Spalletti erano ormai avviati: «Dopo il secondo anni andai via, forse avrei dovuto insistere».
La maglia della Nazionale, invece, l’apice della sua carriera. I Mondiali del 2006 persi ancora una volta per infortunio: Maledetta sfortuna: «È stato il sogno che ogni calciatore ha, e che si realizza. Per me è stato il top della carriera». Sfortuna anche quella che lo illuse di andare a Napoli, la squadra della sua città. Tutto sfumò proprio all’ultimo giorno di mercato: «Era tutto fatto. Decisi di lasciare la Roma. Mi voleva il Napoli, Marino mi bloccò. Era tutto pronto per il trasferimento a titolo definitivo, si arrivò all’ultimo giorno ma non arrivò l’ok. Non ho mai capito cosa è successo realmente. Marino mi disse che i club non trovarono l’accordo, eppure era tutto fatto, io così sapevo. Ci rimasi malissimo, ma il mio agente trovò l’accordo col Chievo per il prestito. È stata comunque una bellissima esperienza. Una società ben organizzata dove ho fatto buone cose». Napoli, però sempre nel cuore, senza rancori: «È la squadra per la quale farò sempre il tifo. Mi è mancato non giocarci, ma per me sul piano affettivo non è cambiato nulla».
Mauro Esposito, però, non ha mai mollato. Nel 2011 lascia il calcio dopo il fallimento dell’Atletico Roma, serie C. Ci riprovò, a Teramo, ma non andò bene. Poi l’addio al calcio, solo temporaneo: «Quella con l’Atletico Roma è stata un’esperienza non positiva. Il fallimento fu pesante, e ripartire non è stato facile. Anche a Teramo, successivamente, le cose non andarono bene. Mi sono fermato in attesa di proposte. Le ho avute, ma nessuna mi ha convinto. Ho sempre cercato un progetto interessante». Progetto che è arrivato con l’avventura della moda, trascinato dal cugino Francesco. Un brand che sta avendo successo, “Barraca”. Piace anche a Totti, suo amico ed ex compagno della Roma, che lo aiuta a diffonderlo non solo in Italia, ma nel mondo: «Sì, è stata un’idea di mio cugino. A me è sempre piaciuto il mondo della moda, dello stile. Questo marchio sta avendo un certo successo, per me è una bella esperienza. Però devo ammettere, mi è sempre rimasto il calcio nella testa».
Il successo, infatti, non oscura la voglia di calcio. Di campo, di pallone. Esposito oggi è pronto a tornare nel calcio: si allena col Termoli, Serie D. Pronto a ripartire a 35 anni. Come se niente fosse. Quello del 2011 non fu un ritiro, ma una pausa. La moda e il calcio, nel cuore vanno a braccetto. «Mi sto allenando, ma non voglio dire niente perché non c’è nulla di ufficiale. Ho una grande voglia di ricominciare, sono entusiasta. Vorrei giocare un altro paio di anni». Esposito si rimette a correre dietro un pallone: Cagliari, Pescara, Udinese, Napoli, l’Italia e la Roma. Solo ricordi. Oggi c’è solo quel campo e il sudore, la sfera da inseguire e colpire. In fondo, la felicità di ogni calciatore.
Fonte: gianlucadimarzio.com
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