Maurizio de Giovanni per “Il Mattino”
“Resistiamo alla tentazione di cercarlo in campo, il volto da legare per sempre alla serata della Consacrazione; al ricordo del giorno in cui il Napoli schiaE non ricorderemo perciò stasera l’Immenso Matador, la cui chioma al vento ha sventolato ancora diventando, irraggiungibile nella classifica dei cannonieri per la pattuglia degli inseguitori capitanata dall’ottimo Di Natale. Non ci soffermeremo sui titoli che lo danno un giorno qui e un giorno lì, e nemmeno ci porremo il problema di chi lo dovrà sostituire, se lo si dovrà sostituire. Non sarà lui, che ricorderemo stasera.
Nemmeno attribuiremo il sorriso del ricordo allo straordinario Ragazzo con la Cresta, il vero eccezionale leader della squadra, l’uomo dalla perenne doppia cifra, il confezionatore principe di assist in Europa; non lo ricorderemo stasera, anche se un sinistro meraviglioso ha schiodato la partita, anche se ogni match lo vede più forte, più imperioso, più grande. E non ricorderemo lui, che sarà il simbolo della nostra squadra del cuore per anni e anni, col piede d’oro, la testa piena di fosforo, il sorriso enorme.
Non ci divertiremo a ricordare stasera lo svizzero dai mille polmoni e l’ossigenatura bionda, randellatore instancabile e gladiatore indomabile, che non teme di lasciare una caviglia sul terreno se si tratta di essere l’ultimo a mollare il pallone. Né terremo presente l’altro svizzero, quello che corre col fegato e il cuore tra i denti, che ha trovato la via del gol e non la molla più, che voleva andarsene per giocare e poi ha pensato di farlo qui, con l’azzurro addosso, e ha sfruttato tutte le occasioni per diventare comproprietario della squadra.
Per una sera non penseremo al Capitano, il volto sorridente della nostra compagine, o a Morgan, pirata urlante ed elastico, di nuovo sicuro.
Non la daremo a loro, questa vittoria: pur ringraziandoli con le lacrime agli occhi per questa serata e per questa stagione, per questo immenso regalo che tatueremo sul cuore col marchio del colore del cielo e del mare.
La daremo invece a un uomo che, contrariamente al solito, a fine partita sorrideva, e andava in giro per il campo ad abbracciare i suoi calciatori. A un uomo che ha esorcizzato l’ultimo fantasma, polverizzando il Bologna e stravincendo la partita a scacchi con Pioli proprio nel momento che conta, cancellando il ricordo dell’anno scorso e della partita di andata. A un uomo che non ha mai cambiato idea, difendendo modulo e giocatori contro tutto e tutti, assorbendo critiche e contumelie e resistendo alla voglia di reagire che il suo temperamento toscano gli imponeva. A un uomo che ha lucidato le armi, compattando l’ambiente e impermeabilizzandolo dalle enormi pressioni di una piazza che vive di esaltazioni e depressioni, senza mai una via di mezzo.
Questa è stata, più di ogni altra, la grande serata di Walter Mazzarri. È a lui che legheremo il ricordo di stasera, e lo ringrazieremo per sempre, a prescindere da dove sceglierà di allenare la prossima stagione. E il nostro sorriso, ne siamo sicuri, gli scalderà il cuore; e lo convincerà del fatto che come si vince qui, non si vince da nessuna parte. Gli faremo una tale festa che gli verrà voglia di ripeterla l’anno che verrà, moltiplicata per cento, perché c’è uno scudetto da conquistare, che manca da troppo tempo dalle parti nostre. E i tempi sono maturi, per rivincerlo.
Con Mazzarri in panchina, ovvio. Con chi, se no”?
La Redazione
P.S.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro