C’è un concetto che probabilmente dà il senso di questa sfida, di questo Derby dell’Italia: Napolitudine. Maurizio De Giovanni lo spiega perché riguarda anche lui, il suo modo di vivere la città e la sua passione per la squadra: «Qualcosa che fa rima con solitudine, che spiega la singolarità di un popolo, questa sua capacità di far spuntare una risata in mezzo alle lacrime». Ha «inventato» il commissario Ricciardi che grazie a Riccardo Scamarcio e Valeria Golino diventerà una fiction televisiva. «Il metodo del coccodrillo» è stato il best seller dell’estate. E poi c’è il calcio, il Napoli, i pomeriggi e le serate al San Paolo o, come accadrà, domani, davanti alla tv.
Il pallone lo ha ispirato. In particolare due partite, tutte e due nel segno della Juve, tutte e due memorabili, che in qualche riferimento possono offrire conforto a Mazzarri. Titoli significativi: «Juventus-Napoli 1-3. La presa di Torino». Ricorda: «Era la nona di campionato, quella che si giocherà domani è l’ottava». A fine stagione arrivò il primo scudetto. E ancora: «Miracolo a Torino. Juve-Napoli 2-3». «Era di ottobre». Corsi e ricorsi numerici. Dice: «I numeri hanno un senso. Questa è una partita che il Napoli può anche perdere e non sarà accaduto nulla. Può pareggiarla e non cambia nulla. Ma se dovesse vincere darebbe una spallata alle sicurezze della Juventus».
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