Il pensiero di Maurizio De Giovanni
“Non ce la faccio. Vi giuro, non me la sento di affrontare questa lunga estate. È solo un paio di giorni e già gli interrogativi girano vorticosi attorno al sottoscritto, impedendogli di concentrarsi su cose futili come il lavoro, la salute, la crisi economica e la pace nel mondo. E il mio indice destro si consuma sul tasto F5, aggiorna dati, sui siti Internet di maggior sensibilità culturale sull’argomento che mi attanaglia. Per dare risposta ai Quesiti Fondamentali. Primo: quando si incontreranno De Laurentiis e Mazzarri? In che luogo è collocato l’Augusto Tavolo attorno al quale, tra una falanghina e uno spaghetto con le cozze, si decideranno i Destini azzurri? Chiederà il toscano dalla tintura noce tanganica i tre o quattro top players che sembra volere, e il raffinato produttore dei vari Natale qua e là farà valere le ragioni del lancio in prima squadra dei giovani leoni? Tutti sanno che da questo duello al sole dipende tutto o quasi tutto il futuro immediato della squadra che ci è cara. Come dormire, nel frattempo?
Secondo: il Pocho partirà? E se sì, per dove? Le serpentine ubriacanti e talvolta ubriache, la scarsa vena realizzativa e i tatuaggi affrescati saranno ritenuti degni di una spesa di quasi trentuno milioni di euro? E sarà la Tour Eiffel o il Duomo a fare ombra ai pruriti modaioli della bella Yanina? Ma, soprattutto: chi sarà il sostituto di colui che è stato la nostra bandiera per cinque stagioni? Pare che Giovinco non sia ritenuto all’altezza (e ci mancherebbe pure!), e che Insigne sia valutato acerbo pur avendo più o meno la stessa età di Vargas quando è stato acquistato per 11 milioni di euro. E allora? La scelta cadrà sul carissimo Jovetic, sull’infranto Pepito Rossi, sullo sconosciuto Douglas Costa o sull’indefinito Ramirez? E chi la mette, la testa sul cuscino, finché non viene sciolto quest’interrogativo?
Terzo: riuscirà l’impavido DeLa a trattenere il Matador, attratto quotidianamente dalle sirene nordiche che offrono mari e monti in cambio di una media realizzativa che non ha uguali in penisola? Dice: ma il tetto degli ingaggi? Magari si potrebbe includere una clausola secondo la quale tutti quelli di nome Edinson, coi capelli lunghi e un figlio di nome Bautista, accedono a uno stipendio di circa quattro milioni incusi i bonus. O semplicemente sforarlo, il benedetto tetto, accedendo finalmente a calciatori adatti a una piazza ambiziosa. Non sono situazioni che ci tolgono il sonno?
Quarto: compreremo un centrocampista in grado di far rifiatare Inler, magari facendogli le visite mediche prima di acquistarlo e non dopo? E anche un esterno mancino, che non costringa Zuniga a giocare lontano dalla sua fascia naturale e crossare (malissimo) di sinistro, nel contempo consentendo a Dossena quei sette, otto mesi che gli servono per entrare in condizione? Come si riposa, nell’attesa di conoscere la risposta a queste domande?
Quinto: una volta assicuratosi il rinnovo contrattuale dell’unico fuoriclasse veramente insostituibile, cioè Aronica, chi altro verrà confermato? De Sanctis, la cui assenza di tranquillità sarebbe irreparabile? Campagnaro, che con Mazzarri giocherebbe anche con una sola gamba? E che faremo con gli illuminati acquisti dello scorso anno in possesso di contratti di medio e lungo periodo, come Fideleff e Fernandez impiegati in modo così intensivo o Santana e Donadel, rivelatisi fondamentali nella realizzazione del Progetto?
Le risposte a questi interrogativi, amici, potrebbero arrivare in qualsiasi momento, anche durante la notte per via dei fusi orari argentini e brasiliani. Perciò sotto con l’F5, e con le tende canadesi fuori le edicole.
E niente vacanze: distraggono”.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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