Maurizio De Giovanni per “Il Mattino”
“A questo punto funziona proprio come il tennis, e siccome queste sono giornate di Coppa Davis il paragone ci sta. I due contendenti si guardano negli occhi, e palla dopo palla, gioco dopo gioco, set dopo set costruiscono la vittoria a danno dell’avversario. Quella che gioca in casa ha il servizio, e l’occasione per mettere pressione all’antagonista, per indurlo all’errore. In questo tipo di scontro i nervi giocano un ruolo enorme, pari alla condizione atletica o alla preparazione tecnico tattica. E siccome chi conduce il gioco lo sa, sa anche che la partita non si gioca solo nei novanta minuti deputati ma anche, forse soprattutto, nelle mille interviste e nelle dichiarazioni che si rilasciano ai media. Media prontissimi a riprenderne il senso, ad analizzare e ad amplificare all’infinito. Per cui a Mazzarri che dall’inizio del torneo ripete come un mantra che il Napoli guarda di partita in partita, che la classifica non va guardata fino alla fine, che la squadra è concentrata solo sull’avversario del momento, a sorpresa risponde Conte; e dice che è proprio la squadra azzurra la più attrezzata tra le contendenti al titolo. La finalità, al solito, è duplice: stornare l’attenzione dalla propria compagine, che com’è noto dà segni chiari di nervosismo, e spostare il fardello sulle spalle degli avversari. Nel gioco dei ruoli, naturalmente, ci sta; l’abitudine a competere ai massimi livelli insegna come regolarsi in ogni circostanza, e la Juventus è sicuramente più che abituata. Il problema è se il Napoli, che da decenni non si ritrova a combattere concretamente per assicurarsi il massimo obiettivo (non leggerete mai su queste righe il nome del “coso”), sia o meno in grado di assorbire adeguatamente l’assegnazione del ruolo. Come attendere il servizio dell’avversario che prende tempo e fiato, per superare il momento di difficoltà, temporeggiando e palleggiando o scegliendo la pallina giusta.
Immaginiamo perciò la faccia dell’allenatore juventino, quando davanti alla televisione si è reso conto che il Napoli non solo non ha barcollato sotto il peso dell’investitura, ma si è assicurato il proprio servizio non sbagliando l’appuntamento col Catania. Immaginiamo i pensieri di Conte, quando ha acquisito la consapevolezza che ora la pallina si trova nel suo campo, e che un errore o anche un mezzo passo falso renderebbe nullo o ancora più esiguo il vantaggio. Magari il braccino corto potrà venire ai bianconeri, incrementando le difficoltà del periodo. E, magari, si arriverà al primo di marzo a giocare un game che varrà l’intera partita, e sarà al San Paolo”.
La Redazione
P.S.
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