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Maurizio De Giovanni: “La paura e la speranza”

Lo scrittore:

“Il tifoso, a televisore spento, non sa bene cosa pensare. Il pareggio a Firenze ci sta, ovviamente: la squadra montelliana ha fatto un mare di punti in casa.  E per giunta aveva il dente avvelenatissimo per le tre sconfitte consecutive, Coppa inclusa; ma la bocca ai tre punti di distacco dalla Juve ce l’eravamo fatta, e stare a cinque è piuttosto amaro. La Lazio ha pareggiato a Palermo, e non ci ha superati; ma piazzando il colpaccio ce li lasciavamo alle spalle, ed era un bel vedere. Abbiamo giocato bene, a tratti benissimo; ma come troppo spesso è successo, non abbiamo saputo piazzare il colpo del ko, che Pandev ha avuto sulla testa semipelata.
Bianco e nero, luce e ombra. Il tifoso è perplesso. Anche guardando in casa propria, classifica a parte, c’è da gioire e disperarsi. Cavani, il Mostro, il Successore, ha trovato il modo e il tempo di realizzare la sua centesima rete in serie A: un capitale straordinario, questo giocatore. Vederlo scavallare per il campo in lungo e in largo ha il sapore della ricchezza, del benessere guadagnato. Sempre di più, il Napoli ha la sua faccia, la sua criniera fluente nel vento. Ma nel cuore del tifoso alberga una vaga inquietudine, che proviene dal leggere dei movimenti mondiali dei top player, in corso di migrazione dalla Torre Eiffel al Big Ben, da Manchester a Madrid: mai possibile che qualche sceicco in vena di shopping non gli metta gli occhi addosso? E se non riusciamo a piazzarci almeno in Champions senza preliminari, riusciremo a trattenerlo all’ombra del Vesuvio (che, speriamo, non ci lavi col fuoco, come nei voti dei cori di qualche stadio del nord)? Gioia venata di paura. Come per De Sanctis, che tante volte ha tolto le castagne dal fuoco. Fresco di rinnovo, pensava il tifoso, ha ritrovato tranquillità al fianco di esperienza e classe. E invece, replicando un horror già visto in Europa League a cura del suo sostituto Rosati, si è prodotto in una comica degna dell’epica Gialappa’s. Mancava solo il fischio di sottofondo, ed eravamo su «Scherzi a parte». Il bene e il male, insomma. Il coraggio di Mazzarri, che riempie la squadra di attaccanti, e i gialli di Bergonzi che piovono come chicchi di grandine.
Poteva andare peggio, certo. Poteva anche andare meglio, però. E se ci pensiamo, prevale il fatto che siamo là, attaccati alla scia di una Juventus che si sta dimostrando fortissima. E il tifoso calcola: devono sempre venire qui, all’ombra del Vesuvio che speriamo non ci lavi. E dobbiamo vincere, se no di che stiamo parlando? E i punti di distacco diventerebbero due. Solo due. E allora, allora il meglio prevale sul peggio”. 

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

 

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