Non é la prima volta che Lorenzo Insigne ci casca.Assume atteggiamenti poco commendevoli nei riguardi del pubblico. In passato dichiarazioni inopportune. Direttamente sue. O degli ambienti a lui vicini. Questa volta un gesto plateale di protesta per i fischi del pubblico al momento della sostituzione.Seguito dalle dichiarazioni della consorte « la città non lo merita…» . Insomma tutto sopra le righe. Vale la pena di ribadire alcuni ovvi principi . I calciatori sono attori di un grande spettacolo.Grande per la dimensione del seguito che ha. In ragione di ciò i compensi sono molto ma molto significativi. Quali gli obblighi? Fare ogni sforzo per assicurare il miglior rendimento.E se la singola prestazione è scadente? Beh allora i critici possono criticare perché è il loro mestiere. I tifosi possono fischiare perché pagano il biglietto ed hanno diritto a protestare se non si ritengono soddisfatti. Forse il grande Enrico Caruso non fu mai fischiato al San Carlo, come pure la leggenda voleva. Ma fu certamente aspramente criticato. In particolare su Il Pungolo un giornale di critica teatrale. La sua esibizione era stata scadente magari per l’ emozione di cantare davanti al suo pubblico. Anche l’esibizione di Insigne contro i portoghesi é stata obiettivamente scadente. Gol divorati, passaggi sbagliati, dribbling falliti…. Caruso dopo quella serata non cantó più a Napoli (in realtà in Italia). E se ne andò negli Usa . Dove lo aspettava la consacrazione definitiva a divinità della lirica. Insigne, come Caruso, vuole andare via? Per me sarebbe un dolore. Un grande talento locale cerca fortuna in altri lidi! Però Insigne se vuole restare,ed io lo spero fortemente, deve farlo in amore con il pubblico. Che lo fischia perché da lui si aspetta miracoli. Come ho letto da qualche parte sono fischi d’amore. Ancora. Lorenzo deve fare un bagno di umiltà . Non è Messi. Non è Cristiano Ronaldo. Probabilmente non lo sarà mai. Ha però doti tecniche e di temperamento che ne fanno un campione potenziale. Forse non un fuoriclasse immenso ma un campione potenziale si. Trasformare potenza in atto sta a lui. Ha una sola strada possibile. Imparare dalle prestazioni scadenti. Dovrebbe capire una cosa essenziale: dai successi non si impara niente. Si impara dagli insuccessi. Deve chiedersi perché ha fallito una prestazione tanto importante. Tanti grandi talenti ho visto, qui dalle nostre parti, dissolversi nella mediocrità. Restare delle magnifiche incompiute. Per limiti caratteriali. L’arroganza e la presunzione sono sostanze tossiche per chiunque nella vita di tutti giorni. Esiziali per un aspirante campione. Bloccano l’apprendimento e la crescita. Pensaci….Lorenzino.
fonte: Guido Trombetti per il Mattino
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