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Mauri: «Non c’entro con gli zingari» Milanetto: «Ci sono altre partite»

Il capitano della Lazio in tribunale L’ex genoano ora al Padova: «Ma non c’entro con le combine»

Il capitano della Lazio Stefano Mauri per ore davanti al gip per cercare di uscire dal carcere mentre l’ex  Genoa Omar Milanetto e il giocatore del Modena MarcoTurati (prima al Grosseto) forniscono un contributo  che potrebbe ulteriormente ampliare il campo di un’indagine che vede sempre più compromesse anche le  società. Il capitano della Lazio è arrivato in tribunale a Cremona a bordo di un furgone della Polizia  penitenziaria, con il viso coperto dal cappuccio di una felpa nera, ne è  uscito dopo oltre due ore. «Non ha  fatto alcuna ammissione» in relazione alle combine di Lazio-Genoa e Lecce-Lazio fanno alla fine riferito i suoi legali. Mauri, secondo gli avvocati, ha fornito «una versione assolutamente plausibile» delle contestazioni che gli vengono fatte e ha ribadito di non aver avuto alcun rapporto con gli«zingari». «Non  esiste niente – ha detto l’avvocato Matteo Melandri – che possa ricondurre Mauri a Ilievski».Il giocatore non ha negato però i contatti con Zamperini, il collega arrestato che lo chiama in causa ma ha precisato:«I  contatti sono quelli tra due amici. Li hanno sempre avuti. Non sapeva  nulla dell’attività  di Zamperini collegata alle scommesse». Nulla hanno detto i legali invece sulla scheda telefonica intestata a Samantha Romano utilizzata dal capitano della Lazio. È stato però Milanetto il primo a essere interrogato e ha parlato  anche di altre partite oltre a quel Lazio-Genoa che gli è contestata nell’ordinanza di custodia cautelare che l’ha portato agli arresti, escludendo però sue responsabilità nelle combine. Milanetto ha chiarito secondo il suo avvocato, Mattia Grassani, due fatti: la conoscenza con il bosniaco Sergio Altic e la riunione a Modena in cui ha incontrato Mauri. Ha invece smentito di essere stato all’hotel Una Tocq di Milano il 15 maggio 2011 con gli autori della combine Lazio-Genoa, come gli è contestato. Turati, invece, ha chiamato in causa direttamente le dirigenze di Grosseto e Ancona (i ds in particolare) che si sarebbero accordate sul risultato. I suoi legali, dopo l’interrogatorio davanti al gip Guido Salvini,hanno definito «collaborativo ed esaustivo»  l’interrogatorio. Il calciatore era accusato di aver taroccato partite del Grosseto e dell’Ancona con la  complicità dell’allora compagno di squadra Filippo Carobbio e di aver intrattenuto rapporti con Almir  Gegic,il capo del gruppo degli «zingari».Su questo il calciatore è stato categorico: «Mai conosciuto gli zingari». Intanto il procuratore di Cremona, Roberto Di Martino, ha difeso le modalità con le quali sono state eseguite le perquisizioni: «Le perquisizioni si fanno solo in questo modo, e così è stato fatto, anche se capisco le reazioni di persone che non vi sono abituate». Con il legale dell’allenatore Antonio Conte,  Antonio De Renzis, martedì ha poi detto di avere avuto un «colloquio cordiale». E sui tempi dell’inchiesta. «Non può proseguire all’infinito, visto le forze del mio ufficio. Tutte le partite citate sarebbero meritevoli di approfondimenti, ma le forze sono quelle e farlo sarebbe come cercare di svuotare il mare con un  cucchiaino».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

 

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