Bufera Var, l’arbitro Calvarese nell’occhio del ciclone. Il fischietto di Teramo non verrà fermato dai vertici dell’Aia ma il suo errore a Cagliari sul mani di Bernardeschi non è passato inosservato, come pure il mancato intervento da parte di Banti al Var. Questa sosta sarà l’occasione per riaggiornare il protocollo dell’uso del Var e cioè per uniformarlo quanto più possibile, indicando agli arbitri del campionato italiano in maniera ancora più dettagliata gli episodi nei quali è possibile ricorrere all’ausilio della tecnologia. In questi quindici giorni si esaminerà proprio l’aspetto del dialogo tra il responsabile al Var e l’arbitro in campo per migliorare ulteriormente l’uso della tecnologia.
Ieri il presidente dell’Aia Nicchi si è espresso così in merito all’episodio di Cagliari. «Le parole di Giulini dopo Cagliari-Juve? Non devo commentare niente. Noi abbiamo spiegato tutto a tutti, non devo rispondere a nessuno. Ognuno è padrone di esprimere le proprie opinioni, noi abbiamo detto quando è stato il tempo quello che dovevamo dire, proseguiamo con grande impegno per fare sempre meglio». Ma l’errore a Cagliari di Calvarese è stato evidente. Sul cross di Padoin il tocco di mani di Bernardeschi era chiaro: il direttore di gara non ha assegnato il rigore e non ha chiesto l’intervento della supervisione attraverso il monitor. Ha optato per l’involontarietà non chiedendo l’aiuto del Var e per il protocollo attuale Banti poteva intervenire per far rivedere all’arbitro l’immagine solo se avesse definito l’episodio tra quelli catalogabili come errori gravi (tipo una palla schiaffeggiata con un braccio alto). Invece se lo avesse fatto sarebbe potuto tornare sui propri passi per correggere la propria decisione, cosa che è avvenuta già in diversi casi in questa stagione.
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