Tre a zero. Un risultato pesante perché per una ora il Bologna di Roberto Donadoni sembra aver studiato l’Atalanta di Gasperini, e pressando e chiudendo, stringendo e correndo su tutti gli uomini del Napoli non si vedeva correre così Rodrigo Palacio dai tempi del Boca Juniors sfiorando il gol e rimando aggressivo, ha costretto il Napoli a un doppio giro di ricerca, poi trovato grazie ai suoi tre uomini d’attacco, tra l’altro in una serata che li vedeva stanchi e opachi. Ma poi la vitalità si accende improvvisamente, Insigne si inventa il lancio, Callejon la puntualità, e Mertens la rapina. È la sopravvivenza dei più attrezzati, la capacità di rimanere concentrati sul proprio talento anche nelle serate di poca luce. Seppure si sente l’ulteriore passaggio di livello ormai tutti si aspettano sempre il meglio dal Napoli e il conseguente peso sulle spalle della squadra, per ora Maurizio Sarri se ne è sempre uscito al meglio. Non sono ancora arrivate le batterie di gol, ma segnarne tre a un Bologna così vale quanto una goleada. La supremazia calcistica che era mancata mai quelle estetica era venuta meno sta proprio in gare come questa dove si cede in termini di bellezza e si guadagna in controllo dell’istinto, per poi lasciarlo esplodere al meglio e su una sola occasione per uomini d’attacco, capitalizzando al massimo. È mancato lo spreco e non è un male.
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