Un tormentone: Lorenzo Tonelli l’ha presa più alla larga, arenandosi a San Siro: il 21 gennaio scorso, poco meno di due mesi fa. Sembrava l’alba della sua riscossa, invece era un altro tramonto. Ieri, ancora una volta, era tra gli indisponibili: ha svolto lavoro differenziato, perché il dolore al ginocchio che ne ha condizionato il rendimento continua a non dargli tregua. Forse, c’è anche l’ombra di una fastidiosa pubalgia, che ne ha rallentato il recupero in questa stagione piena di ombre e con poche luci. Certo, un peccato che Tonelli difficilmente possa recuperare per la trasferta di Empoli, di domenica prossima. Tonelli, in quello stadio, non era solo il centrale difensivo, ma era «the wall», come lo chiamava lo speaker dello stadio Castellani. Un muro, già: per tre domeniche, solo per tre domeniche, è stato un muro anche qui. Sampdoria, Pescara e Milan: tre gare e due gol fatti. 270 minuti e poi null’altro. Né prima né dopo. Azzurro tenebra per il primo acquisto dell’ultimo mercato estivo. Il feeling tra Sarri e Tonelli è straordinario: delle 173 partite con la maglia dell’Empoli, ben 113 le ha fatte proprio con il tecnico di Figline in panchina. Ma le disavventure fisiche lasciano il segno e con Sarri se non ci si allena con costanza, impossibile la domenica andare in campo. Eppure, dopo quei 14 giorni di gennaio in cui era tornato a volare, persino il ct Ventura lo aveva ri-convocato per lo stage dell’Italia a Coverciano. Perché Tonelli da sempre è lì ai margini del gruppo della Nazionale, a un passo da passare da matricola a veterano. E invece, poi, ancora uno stop: prima un affaticamento, poi un dolore e da quel momento Tonelli è sparito nuovamente dai radar.
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